“Io non sono per le ritirate, io sono per le marce avanti”. Non ha mai pensato di fare passi indietro, nonostante sia indagato per voto di scambio politico-mafioso (per fatti risalenti a quando era sindaco di Agropoli). Franco Alfieri, candidato sindaco di Capaccio-Paestum, in provincia di Salerno andrà al ballottaggio, nonostante abbia incassato quasi il doppio dei voti rispetto ai suoi avversari. Niente consenso bulgaro, come avvenne nel 2012 ad Agropoli, quando il consigliere politico del presidente della Regione Campania Franco Alfieri, vinse con circa il 90% dei voti. L’esito delle urne nel comune di Capaccio-Paestum in provincia di Salerno è rimandato di 15 giorni: ha incassato il 47,5% di voti rispetto al rivale Italo Voza, che si è fermato al 27,09%. Il nome di Alfieri balzò alle cronache nazionali perché durante un convegno fu elogiato ironicamente dal Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che lo definì “un campione di clientelismo”. Quella battuta gli fece guadagnare l’appellativo di “sindaco delle fritture di pesce” e scatenò molte polemiche. Il recente coinvolgimento nell’indagine per presunto voto di scambio politico-mafioso ha caratterizzato l’attuale campagna elettorale nel comune cilentano. Tra i militanti qualcuno parla di “magistratura ad orologeria” e la notizia venuta fuori poche settimane prima del voto “ha di certo condizionato l’esito delle urne, non permettendo ad Alfieri di vincere al primo turno”, dicono i suoi sostenitori

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