Sei fascista, dimmi soltanto ‘sì’ o ‘no’? “Sono un patriota”, risponde così il dirigente di CasaPound. Va bene, anch’io sono un patriota. Ma tu sei fascista sì o no? “Sono un patriota”, ripete. E’ sempre la stessa scena. Declinata in una teoria infinita di supercazzole che ricordano Franco e Ciccio quando li interrogava la professoressa. Eppure la domanda è semplice, bastano un ‘sì’ o un ‘no’.

Allora, siete fascisti oppure no? Se non lo siete, non amici come prima. E forse sarebbe una liberazione anche per voi, perché potreste smetterla di vestirvi di nero e di stare con il petto e la mascella in fuori.

Se invece lo foste, qualcuno dovrebbe cominciare a porsi qualche domanda. Perché l’apologia e la propaganda del fascismo sono un reato e se gli aderenti a un partito – come siete ormai diventati – fossero fascisti sarebbe ovvio che nella loro attività politica propagandassero gli ideali di cui sono convinti. A meno che, ovviamente, qualcuno non fondi un partito per propagandare l’abolizione della pesca del nasello o l’embargo delle tinture per capelli. Ma allora siete cortesemente pregati di comunicarlo.

Cari signori di CasaPound vi chiediamo almeno una cosa. Il minimo sindacale che si possa pretendere da un militante politico, ma anche da una persona qualunque: avete il coraggio almeno di dire che cosa siete?

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