Guardiola-Juventus, dunque? Sì secondo l’Agi, che si è sbilanciata con un lancio in cui annuncia che il tecnico del Manchester City sarà il prossimo allenatore dei bianconeri, a 24 milioni di euro a stagione e fornisce quando dovrebbe suonare il gong dell’ufficialità: firma il 4 giugno, presentazione dieci giorni più tardi. E nonostante i no comment e le smentite del caso pende dalla parte di Pep anche la bilancia dei bookmakers inglesi che quotano a 1,5 l’ex tecnico blaugrana sulla panchina della Juve. Il favorito davanti a Maurizio Sarri a 3, il doppio, e a seguire gli altri (Mourinho a 4, Pochettino a 5, Conte e Inzaghi a 8).

Ma la domanda di molti osservando le cifre diffuse dall’Agi è una: sarebbe sostenibile, dopo l’esosa operazione Cristiano Ronaldo, un’operazione Guardiola a circa 50 milioni lordi a stagione? La risposta è sì. Con qualche accorgimento e sfiorando un po’ il limite, ma sì: la Juventus non dovrebbe avvertire grossi contraccolpi se davvero Guardiola sedesse sulla sua panchina a quelle cifre.
I numeri: allo stato la Juve ha a bilancio circa 90 milioni all’anno per Ronaldo, tra i 60 milioni di ingaggio e i circa 30 milioni per l’ammortamento del cartellino. Andando ad aggiungere circa 50 milioni per Guardiola si raggiungerebbe la cifra a bilancio, solo per allenatore e fuoriclasse, di 140 milioni, il 25 per cento dell’intero fatturato. Fatturato che è assorbito circa al 50 per cento dagli stipendi (233 milioni di euro secondo i report bancari). 

A questo punto è probabile che per rendere maggiormente sostenibile l’investimento, sempre se il tecnico catalano dovesse davvero firmare, la Juve faccia un mercato molto, molto attivo: tante cessioni e tanti nuovi acquisti, anche di big. Perché? Innanzitutto è lecito aspettarsi che Guardiola chieda anche calciatori a lui congeniali, e si sa che l’ex blaugrana non ama fare il sarto ma indossare direttamente abiti pregiati. Tradotto: vuole i giocatori. E probabilmente li avrà: la Juve potrà fare plusvalenze importanti con calciatori come Douglas Costa, Dybala, Khedira (e in questo caso abbassare anche il monte ingaggi) oltre ai calciatori rientranti dai prestiti come già visto nell’ultimo mercato coi vari Audero, Sturaro, Cerri, e reinvestire per calciatori importanti, perché la plusvalenza si mette a bilancio subito mentre l’acquisto di un nuovo calciatore si può spalmare su più esercizi. 

Senza considerare che il bilancio della Juve, sempre efficiente, milione più milione meno, è destinato a crescere grazie all’effetto Ronaldo, di poco, ma è destinato a crescere: dai 556 milioni di euro attuali a 560 l’anno prossimo a 597 nella stagione 2020/2021 secondo i report delle banche. Insomma, Guardiola alla Juve sarebbe un affare costoso sì ma non una follia economica: più da considerare come una sorta di all-in, con due assi in mano, per provare a vincere la Champions League. Il tutto con una giravolta epocale: passando dal dogma degli ultimi otto anni, sia di Conte che di Allegri, ovvero che conta vincere e basta senza fronzoli estetici, alla massima espressione della filosofia contraria, pagandola pure tantissimo.

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