Il decreto Sicurezza bis che si appresta a finire sul tavolo del Consiglio dei ministri è stato nuovamente bocciato dagli esperti di diritti umani dell’Onu che in una nota hanno confermato quanto scritto nella lettera inviata all’Italia: “Il governo lo blocchi“. Da Ginevra la condanna è soprattutto per quella parte del testo che prevede “multe per chi soccorre migranti e rifugiati in mare”. Le sanzioni alle navi che sbarcano in Italia dopo aver soccorso, secondo l’ultima bozza a disposizione delle agenzie di stampa, andranno dai 10mila ai 50mila euro e, “in caso di reiterazione o quando gli stranieri sbarcati siano più di 100”, è prevista anche la “confisca della nave”. Ma non è l’unica novità di rilievo prevista dal testo voluto da Matteo Salvini: il leader della Lega ha intenzione di accentrare in capo al Viminale la possibilità di bloccare le navi “per motivi di ordine e sicurezza pubblica”, semplicemente informando il Mit e la Difesa. Un modo per gestire anche nella pratica la propaganda dei “porti chiusi“. Il decreto istituisce anche un “Fondo di premialità per le politiche di rimpatrio“, tema più volte sottolineato come urgente da Luigi Di Maio, per cui vengono stanziati appena 2 milioni di euro.

Salvini tira dritto e spinge per approvare il decreto, composto di 18 articoli, già nel Cdm previsto per la serata di oggi. Dopo lo sbarco dei 49 migranti a bordo della Sea Watch 3 e la polemica con i Cinquestelle, il ministro dell’Interno vuole portare a casa una vittoria prima delle Europee, ma al momento nel vertice di Governo è prevista solo la discussione del testo. Salvini liquida anche le critiche dell’Onu: “Sulla sicurezza e la felicità degli italiani decidono ministri e parlamentari eletti dagli italiani, non sconosciuti burocrati tifosi dell’immigrazione di massa”. “L’Onu – ha aggiunto a margine di un evento a Roma – si occupi dei problemi ben più rilevanti di violazione dei diritti umani che ci sono in giro per il mondo, dalla Turchia alla Corea fino al Venezuela”.

Nella nota arrivata da Ginevra, gli esperti in materia sottolineano come “il diritto alla vita e il principio di non respingimento dovrebbero sempre prevalere sulla legislazione nazionale o su altre misure presumibilmente adottate in nome della sicurezza nazionale”. “Esortiamo le autorità a smettere di mettere in pericolo la vita dei migranti, compresi i richiedenti asilo e le vittime della tratta di persone, invocando la lotta contro i trafficanti. Questo approccio è fuorviante e non è in linea con il diritto internazionale” prosegue il comunicato sulla lettera dei sei esperti indipendenti dell’Onu. Al contrario “le politiche migratorie restrittive – si legge – servono solo ad aumentare il traffico di persone”. I sei esperti, che sollecitano una risposta alla loro lettera, chiedono anche il ritiro delle due precedenti direttive che vietano l’accesso ai porti italiani alle navi di ong. A loro parere, stigmatizzano i migranti come “possibili terroristi, trafficanti e contrabbandieri”, senza fornire prove. “Temiamo che questo tipo di retorica aumenterà ulteriormente il clima di odio e di xenofobia, come già evidenziato in un’altra lettera a cui il governo italiano non ha ancora risposto”, concludono gli esperti.

COSA CONTIENE IL DECRETO SICUREZZA BIS
Multe da 10mila a 50mila euro alle navi che sbarchino in Italia dopo aver soccorso migranti e, “in caso di reiterazione della condotta illecita o quando gli stranieri sbarcati siano più di 100“, anche la “confisca della nave”. È questa la parte più contestata della bozza aggiornata del decreto sicurezza bis. Il testo è stato corretto in alcune parti e all’articolo 1 compare una esplicita esclusione dalle sanzioni per le navi “militari o in servizio governativo non commerciale”. Nella bozza precedente le multe andavano da 20mila a 50mila euro.

L’articolo più controverso è invece il successivo, dove si legge che “il ministro dell’Interno può limitare o vietare il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica”, informando “il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero della Difesa”. La norma precisa il riferimento alla violazione della Convenzione sul diritto del mare, affermando esplicitamente che il blocco possa avvenire solo “limitatamente alle violazioni delle leggi di immigrazione vigenti”.

Viene inoltre istituito un Fondo di premialità per le politiche di rimpatrio, “destinato a finanziare interventi di cooperazione mediante sostegno al bilancio generale o settoriale ovvero intese bilaterali“. La dotazione iniziale del fondo, si legge nella bozza al comma 2 dell’articolo 12, è pari a 2 milioni di euro per l’anno 2019 e “potrà essere incrementata da una quota annua non superiore a 50 milioni“.

All’articolo 4 è prevista l’implementazione dell’utilizzo dello strumento investigativo delle operazioni sotto copertura, “anche con riferimento alle attività di contrasto del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“. Verranno assunti “operatori di polizia di Stati con i quali siano stati stipulati appositi accordi per il loro impiego sul territorio nazionale” con uno stanziamento di mezzo milione di euro nel 2019, un milione nel 2020 e e un milione e mezzo nel 2021.

Pene più severe per i reati commessi nel corso di manifestazioni
All’articolo 8 della bozza di decreto viene soppressa la possibilità di configurare la causa di esclusione della punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ in caso di reato di violenza, resistenza, minaccia e oltraggio commessi a danno di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni. La modifica del Codice Penale introduce nuove circostanze aggravanti e inasprisce le sanzioni. Il reato è aggravato qualora, a causa della propria condotta, il reo abbia ostacolato, impedito o ritardato lo svolgimento di attività sanitarie, di soccorso pubblico e di protezione civile. Il reato di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, di devastazione e saccheggio e quello di danneggiamento sono aggravati laddove commessi nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico. Inoltre, nei cortei si prevedono pene più severe per quanti si oppongano alle forze dell’ordine “attraverso l’utilizzo di scudi o altri oggetti di protezione passiva“. Vietati fumogeni, petardi e materiali “imbrattanti”.

Misure per l’esecuzione delle sentenze penali in arretrato
Il provvedimento introduce anche la cosiddetta ‘norma spazza clan‘ che prevede l’istituzione di un commissario straordinario di nomina governativa “con il compito di realizzare un programma di interventi finalizzati ad eliminare l’arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze di condanna divenute definitive da eseguire nei confronti di imputati liberi”. Per rispondere a questo scopo, si legge nella bozza, “il Ministero della giustizia è autorizzato ad assumere, per il biennio 2019-2020, con contratto di lavoro a tempo determinato di durata annuale”, fino a 800 persone.

Le norme contro la violenza negli stadi
Non solo norme su migranti, inasprimento delle sanzioni per i reati di devastazione e potenziamento delle operazioni sotto copertura. Nell’ultima bozza del dl Sicurezza bis spunta anche una serie di norme che trattano del tema della violenza negli stadi. Tra queste, il Daspo viene esteso anche in ambiti non ricollegabili a eventi sportivi. Inoltre si “ampliano i termini di durata in taluni casi – si legge nella bozza – e si fissano i presupposti per ottenere la ‘riabilitazione'”. Previsto poi un giro di vite sul cosiddetto bagarinaggio. La misura prevede l’eliminazione del “riferimento ai luoghi in cui si svolge la manifestazione sportiva e a quelli interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano a tali manifestazione”. Si estende dunque il raggio di punibilità del reato.

Proroga della riforma Orlando sulle intercettazioni
Nel decreto, stando a quanto apprende Adnkronos, verrà inserita anche una proroga dell’entrata in vigore della cosiddetta ‘riforma Orlando‘ sulle intercettazioni. Il ministro della Giustizia, Alfondo Bonafede, avrebbe infatti chiesto di inserire il rinvio nel dl Sicurezza bis, anche se al momento ancora non figura nel provvedimento. La riforma delle intercettazioni, già bloccato dal governo con il decreto Milleprorogheera stata criticata da più parti: magistratiavvocatigiornalisti. Tra chi aveva chiesto modifiche anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Rahoil procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e la stessa Associazione nazionale magistrati.

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