A poco meno di due mesi dall’entrata in vigore della controversa riforma delle intercettazioni, un vero e proprio bavaglio per l’informazione, arriva l’ennesimo allarme dell’Anm.  “Noi ci siamo espressi in maniera netta sulla nuova riforma sulle intercettazioni: è una riforma sbagliata perché danneggia le indagini e danneggia il diritto di difesa. Noi auspichiamo che il prossimo governo possa ripensare questa riforma, possa tornare alla situazione precedente” dice il presidente Anm nazionale Francesco Minisci interpellato a margine della “Notte bianca della legalità”.

Approvate dal governo una prima volta nel novembre scorso, le nuove norme si fanno segnalare per una particolare caratteristica: hanno raccolto le proteste sia dalla Anm che dall’Unione delle camere penali. In pratica la riforma delle intercettazioni non piace né al sindacato dei magistrati me neanche a quello degli avvocati: le due categorie professionali che con le intercettazioni ci lavorano. Per i magistrati sono due i punti negativi della riforma: dà troppo potere alla polizia giudiziaria, che deciderà quali intercettazioni sono rilevanti e quali no. E poi limita l’utilizzo dei virus trojan. Per gli avvocati, invece, la nuova legge limita il diritto di difesa. A chi piace il nuovo provvedimento, dunque? Ma ovviamente alla politica che lo invocava da anni. L’obiettivo non è migliorare l’amministrazione della giustizia ma evitare fughe di notizie e tutelare la privacy. Un’inchiesta del ilfattoquotidiano.it  però, ha dimostrato che i casi di violazione negli ultimi 20 anni sono stati pochissimi: una ventina. Gli sms di Sabrina Ferilli e quelli di Anna Falchi, le avances di Alessandra Necci e quelle di Alessandro Moggi, le intercettazioni dei sacerdoti fiorentini e la sentenza europea su Craxi, citata perfino in un tribunale di Nuova Delhi. Poi nient’altro, o poco più.

Pochi giorni fa era stato anche Giuseppe Pignatone, capo della Procura di Roma che con altri responsabili delle principali procure italiane era stato sentito in commissione Giustizia, a lamentarsi: “Fuori dai processi temo continueremo a leggere molti contenuti di intercettazioni, virgolettati o meno. Nei processi dovremo trovare soluzioni anche fantasiose ai tanti problemi lasciati irrisolti dalla legge. Ma non posso fare a meno di chiedermi quanti processi salteranno perché le soluzioni che oggi sembrano logiche o almeno plausibili non saranno ritenute tali nei passaggi successivi. O addirittura giudicate incostituzionali” ha scritto Pignatone, Procuratore della , in una lunga lettera a Repubblica in cui commenta la riforma delle intercettazioni in vigore tra tre mesi, che – dice – non tutela la privacy.

“Non ci saranno più tra gli atti depositati le notizie non rilevanti, il mero gossip. Questa è la speranza che anima la legge e tutti noi. Però dobbiamo essere realisti”, scrive Pignatone. “All’inizio di un’indagine, polizia giudiziaria e pm hanno un’idea non precisa di ciò che è rilevante, questa idea si definirà nel tempo; intanto molte notizie – che alla fine potranno risultare irrilevanti – saranno inserite nelle informative, nelle richieste e nei decreti di intercettazione e saranno quindi poi conosciute con il deposito degli atti”. Sul calo dei virgolettati, “la pg non ha l’obbligo di limitarsi ai brani essenziali”, osserva Pignatone. Per questo “non c’è dubbio che nelle carte del procedimento ci saranno non poche citazioni virgolettate ‘a rischio pubblicazione’. Del resto parafrasi e sintesi possono essere assai pericolose e tali da ingannare involontariamente chi poi le leggerà, con esiti sul processo più nefasti del danno che può fare un virgolettato”.  Secondo il procuratore, “il legislatore si è mosso in una logica non sistematica, ma dall’esclusivo punto di vista della tutela della riservatezza. Così facendo ha messo a serio rischio il diritto di difesa e, per quanto riguarda l’attività dei magistrati, pur senza intaccare i presupposti delle intercettazioni, ha creato una ennesima serie di difficoltà operative e di adempimenti che rallenteranno ancora i tempi dei processi e assorbiranno risorse a danno delle indagini”.

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