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Alla Domenica In di Mara Venier basta Mara Venier: ecco perché

La signora della domenica ha preso il programma sulle spalle e lo ha trascinato nella sua direzione. Un percorso ad ostacoli che ha affrontato giocando l'all in: ha aperto la sua rubrica personale per sopperire ai limiti del budget, ha trasformato i problemi tecnici in gag con gli ospiti. Perché, diciamolo, la struttura spesso non si è mostrata all'altezza

di Giuseppe Candela

Domenica In è morta“. Un anno fa questa frase veniva pronunciata con insistenza nei corridoi di Viale Mazzini e spopolava su giornali e siti tv dopo il flop delle sorelle Parodi. “Domenica In è risorta“. Ora ripetono tutti all’unisono non consapevoli che era il modo in cui volevano farla a non funzionare. “Basta poco che ce vo’“, per dirla alla Giobbe Covatta. Perché, a volte, è più semplice di quando si possa immaginare, concedendo al pubblico quello che desidera: la leggerezza. Un successo che è sinonimo di Mara Venier, la signora della domenica ha preso il programma sulle spalle e lo ha trascinato nella sua direzione.

Un percorso ad ostacoli che ha affrontato giocando l’all in: ha aperto la sua rubrica personale per sopperire ai limiti del budget, ha trasformato i problemi tecnici in gag con gli ospiti. Perché, diciamolo, la struttura spesso non si è mostrata all’altezza. Le idee iniziali sono state pian piane archiviate (il tabellone, Una canzone per Mara) ma i contenitori consentono di cambiare in corsa a seconda delle esigenze. Il punto è forse più semplice: alla Domenica In della Venier basta la Venier. La conduttrice è campionessa di conduzione seduta, con l’ospite giusto, l’intermezzo musicale. Basta poco che ce vo’, dicevamo.

La rivincita di chi era stata esclusa, di chi mangia la telecamera e punta sulle emozioni. Emozioni non pietismo con faccine d’ordinanza, punta alla pancia del pubblico non sul trash. Racconta cosa ha mangiato, a che ora si è svegliata, cosa ha sognato, quello che ha preparato per cena. Così gli “amori della zia”, le sue lacrime di commozione e le risate infinite finiscono per rompere il muro dello schermo. E’ la rottura della regola a favorire il clima, è l’imprevisto a rendere il personaggio familiare, è l’empatia a sciogliere l’ospite, la circostanza a creare l’evento.

La Venier se si macchia di sugo, se ne frega e continua a mangiare. Così come fa lo spettatore davanti al ragù domenicale, creando una sorta di “parentela mediatica”. Bacia Pif, si prende della zo**ola (in maniera ironica) dalla Vanoni, annuncia in diretta il matrimonio di Serena Rossi, intervista con garbo e intelligenza Ilaria Cucchi. Ospita Arbore tirando fuori un’intervista matura (non per vecchi), convince Renato Zero, porta più volte in studio Gina Lollobrigida.

Si rivela il peggior nemico di Barbara D’Urso, al di là delle ridicole guerre auditel per pochi centesimi di differenza. Perché combatte sullo stesso campo ma la supera in naturalezza. La conduttrice di Canale 5 vista come il simbolo della tv trash, quella di Rai1 elevata come signora pop della domenica. Il divertissement e il cazzeggio diventano il manifesto di Domenica In. Una sfida vinta, in attesa del bis.

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