“Solo i bambini possono agire senza pensare alle conseguenze”. E a punire Anio Modòr è proprio un bambino: lui stesso all’età di 8 anni, quando ancora non era corrotto. “Anima”, acronimo di una malattia immaginaria “di cui soffriamo tutti”, Atassia neuro ipofisaria monolaterale acuta, è un film, per la regia di Pino Ammendola e Rosario Maria Montesanti con la media partnership di Loft, che racconta la storia di un politico, Anio Modòr, che ha intrapreso la sua carriera con le migliori intenzioni per poi lasciarsi corrompere in occasione della sua prima importante campagna elettorale. Durante l’ennesima telefonata con amici di amici ha un malore e, ricoverato in ospedale, entra in coma: è così che si ritrova a bordo dell’aereo del film “Casablanca”, che in “Anima” rappresenta la “zona nera”, un limbo in cui Anio rivive tutte le azioni più sbagliate di cui è stato autore e soprattutto si scontra con le conseguenze a cui non ha badato. “Ci siamo ispirati all’Anio Modòr che è in ognuno di noi – ci risponde Pino Ammendola, regista e protagonista del film – perché molte persone, come dico io, hanno il coraggio di Don Abbondio: non ci rendiamo conto che stiamo perdendo di empatia, che non ci stiamo comportando bene, ma non siamo capaci di avere il coraggio e l’amore di dire ‘io voglio essere diverso’. Ci lasciamo trascinare dalla corrente e spesso commettiamo, non dei veri crimini, ma azioni che comunque influiscono sulla vita degli altri. Chiaramente se si è politici questa diventa una cosa estremamente pericolosa perché è come stare al comando di un aereo e portare con sé tante persone di cui si è responsabili”. A traghettare Anio è l’amara ironia di uno steward, interpretato da Adolfo Margiotta, e di un tutor, di cui veste i panni Massimo Olcese: a corrompere il politico invece è Andrea Roncato e gli abiti religiosi, ancora una volta dopo “Suburra”, di Augusto Zucchi. Fedeli consiglieri di Modòr sono il romano Giorgio Gobbi, il cabarettista Franco Oppini e Mino Caprio, voce inconfondibile di Peter Griffin. Alla base c’è un’impronta zavattiniana – precisa il regista Rosario Maria Montesanti – e tanta passione per il cinema, un settore che non meno di altri ha risentito della crisi degli ultimi anni, anche a causa di scelte politiche sbagliate: “Questa era una nazione diversa, con un nervo morale estremamente più forte – continua Ammendola -. Io credo che l’indebolimento sia dovuto a un arricchimento: ci siamo convinti di essere migliori, camminiamo impettiti e ci dimentichiamo che eravamo una nazione laboriosa, di gente umile. Credo che ci vorrebbe un bel bagno di umiltà. Torniamo a farci piacere le cose che sono importanti”. “Anima”, con la colonna sonora originale firmata da Alberto Pizzo, pianista e concertista di fama internazionale e due brani della Pfm, sarà nelle sale dal 9 maggio fino a data da destinarsi perché si tratta di un film senza tempo, valido per tutte le stagioni politiche. Soprattutto quelle italiane.

Articolo Precedente

Transamazonica, la battaglia contro la costruzione di una nuova autostrada: “Porterebbe corruzione e violenza”

next
Articolo Successivo

C’ero una volta… Mani Pulite, la corruzione in Italia a 30 anni da Tangentopoli. Davigo: “Il contesto italiano spinge a comportarsi al peggio”

next