C’è stata l’irruzione “violenta” nell’appartamento con un piede di porco. Tre dei cinque colpi esplosi dalla vittima del furto sono stati sparati all’interno del salone, dove lo stesso figlio del proprietario ha sorpreso i quattro malviventi. Mentre gli inquirenti hanno quasi la certezza che il ragazzino albanese ferito sia stato colpito all’interno della casa, deducendo che gli altri due colpi esplosi nel giardino siano andati a vuoto. Da valutare bene, a questo punto, se l’arma di “difesa” è stata usata mentre i ladri stavano fuggendo. Potrebbe bastare la vecchia legge sulla legittima difesa per determinare la probabile archiviazione della posizione di Andrea Pulone, il 29enne che venerdì 26 aprile ha sparato a un 16enne sorpreso a rubare nell’abitazione di suo padre a Monterotondo. Pulone è indagato per eccesso colposo di legittima difesa, con fascicolo affidato al sostituto procuratore Giuseppe Mimmo. “Ma se non sarà sufficiente applicheremo la nuova legge”, ha precisato il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, affermando che la decisione non arriverà prima del 17 maggio, quando la nuova legge voluta dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, entrerà definitivamente in vigore. “Qui a Tivoli abbiamo archiviato la posizione di una persona che, legittimamente, ha ucciso due rapinatori. Si cerca di andare sempre in favore della vittima”, ha detto ancora Menditto.

I fatti sono avvenuti lo stesso giorno in cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, promulgava la nuova legge della legittima difesa, con tre annotazioni fra cui quella di verificare che “il grave turbamento” per la vittima “sia effettivo”. A quanto ricostruito dagli inquirenti, i quattro ladri – il 16enne ferito di origini albanese, un altro 16enne di origini serbe, un 19enne anche lui serbo e un 34enne romeno – hanno fatto irruzione nella villa dell’astrofisico Luigi Pulone a Monterotondo, buttando letteralmente giù con il piede di porco la grata di ferro che proteggeva la finestra del salone. Nel frattempo il figlio Andrea, solo in casa con la fidanzata, ha imbracciato la pistola calibro 45 – che il padre possiede regolarmente – e dopo essere uscito e rientrato in casa si è trovato i malviventi di fronte. A quel punto è iniziata la sparatoria: cinque colpi in tutto, tre esplosi in casa, due ritrovati nel giardino e comunque nei pressi dell’uscita dalla quale si è dileguata la banda. Secondo il procuratore Menditto, “anche con la vecchia legge il piede di porco, o spranga di ferro, è un oggetto atto a offendere”, anche “se fosse stata solo nella disponibilità del gruppo”. Stretto riserbo sull’altro elemento determinante dell’indagine. Il colpo che ha ferito il 16enne, infatti, è entrato e uscito dal corpo del ragazzo all’altezza del fianco, né dagli inquirenti né da fonti mediche viene rivelato se il foro di entrata del proiettile si trova davanti o alle spalle del ragazzo.

La decisione della Procura, come detto, arriverà nella seconda metà di maggio. Intanto, i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, in collaborazione con i Carabinieri di Ostia, hanno arrestato gli altri tre complici del 16enne ferito, che il giorno del tentato furto avevano scaricato il ragazzo davanti all’ingresso del Pronto Soccorso del Policlinico Gemelli. Sono state proprio le telecamere poste davanti all’accettazione dell’ospedale ad inchiodare la banda. I militari sono risaliti a loro grazie alla targa della Fiat Tipo Sw. I malviventi, che vivono nel quartiere Borghesiana – periferia est di Roma – avevano già prenotato un’auto a noleggio con l’intenzione di fuggire in direzione della Francia. I due maggiorenni, in particolare, avevano precedenti specifici, con il 34enne che ha un casellario giudiziario di ben 4 pagine, fra furti e rapine. Proprio su quest’ultimo punto, il procuratore Menditto si è lasciato andare a una critica. “In questi casi – ha spiegato il magistrato – la legge prevede che gli stranieri possano essere allontanati, una volta terminato il loro periodo in carcere, su disposizione della Prefettura. Ma come spesso avviene, con questi elementi ciò non è avvenuto. Se tutto verrà confermato, come spero, scriverò personalmente al Prefetto di Roma affinché questa volta la disposizione venga eseguita”.

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