Mimmo Lucano riparte dal basso. Il sindaco “sospeso”, e ancora sottoposto al divieto di dimora nell’ambito dell’inchiesta “Xenia”, è candidato a consigliere comunale di Riace. Dopo tre legislature alla guida del piccolo comune della Locride non può più ripresentarsi come sindaco, ma ha deciso di dare comunque il suo contributo alla lista “Il cielo sopra Riace” guidata da Maria Spanò, il suo ex assessore che oggi si candida nel segno della continuità di un percorso che ha trasformato il Comune in un modello di accoglienza per i migranti. Un modello che le inchieste giudiziarie hanno messo alla sbarra a causa di presunte irregolarità nella gestione dei progetti finanziati dalla prefettura di Reggio Calabria e dal ministero dell’Interno.

Nelle settimane scorse Lucano e altre 25 persone sono state rinviate a giudizio e questo alimenta le polemiche da parte delle altre due liste civiche che sono state presentate. Contro il sindaco Spanò, infatti, si candida Maurizio Cimino, un tempo pure lui assessore di Lucano prima che venisse allontanato dalla giunta nel 2016 quando si è avvicinato a Forza Italia.

Il terzo candidato a sindaco è Tonino Trifoli, un vigile urbano simpatizzante della Lega ma non tesserato come il suo candidato a consigliere Claudio Falchi, segretario a Riace del partito di Salvini. Lega che, in queste elezioni comunali, si trova nella lista assieme a Francesco Salerno, ex segretario cittadino del Pd e soprattutto storico candidato a sindaco, sempre perdente contro Lucano.

“Riace deve resistere. – è il commento della candidata Maria Spanò – Quello che è stato fatto in questi anni non deve essere buttato via. Che Mimmo si candidi a consigliere comunale per noi è molto importante. Sicuramente con lui al divieto di dimora sarà complicato gestire la campagna elettorale, ma troveremo il modo di essere presenti a Riace. Dobbiamo andare oltre. Dopo l’inchiesta, adesso la gente ha paura perché si sta rendendo conto che tutto quello che abbiamo fatto si potrà dissolvere in poco tempo”.

A proposito di Mimmo Lucano, il sindaco “sospeso” in queste settimane ha rifiutato molte offerte di partiti che lo volevano capolista, per il sud Italia, alle europee del 26 maggio. “Ho evitato – spiega – in un periodo molto difficile per me. Non volevo che qualcuno dicesse che avrei approfittato della notorietà che anche volontariamente ho avuto per via delle vicende giudiziarie. Visto che l’inchiesta è ancora in corso, non volevo che qualcuno pensasse che puntavo all’immunità parlamentare. Io sono semplicemente un cittadino che, come chiunque, si deve misurare nei processi e dimostrare la sua innocenza”.

“Da quello che leggo sui giornali, – aggiunge – il sottosegretario della Lega Siri è indagato per delle questioni che sicuramente sono ben più gravi di quelle che mi riguardano. Lui però è al governo mentre io non posso nemmeno andare nel mio paese per partecipare come tutti i cittadini a una vicenda politica locale dove ci ho messo l’anima. Con il divieto di dimora mi sento limitato rispetto al contributo che potrei dare. Non dobbiamo mai perdere la speranza e sempre pensare che non si potrà mai fermare il vento”.

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