Nonostante la rete ad alta velocità non sia satura, Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha negato a Ntv, l’azienda proprietaria dei treni Italo, la possibilità di far circolare dieci nuovi convogli acquistati recentemente. Una decisione che ripropone ancora una volta il tema dell’accesso all’infrastruttura, visto che il gestore della rete – Rfi, appunto – e uno dei fornitori del servizio (Trenitalia) appartengono allo stesso gruppo.

Le procedure per richiedere nuove tracce orarie (slot) sono lunghe e farraginose e mettono la società privata – acquistata lo scorso anno da un fondo statunitense – nell’impossibilità di richiedere gli spazi necessari per operare su nuove tratte e potenziare quelle esistenti seguendo l’evoluzione della domanda. La situazione è ora sotto la lente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), a cui Ntv ha inviato una segnalazione. Già lo scorso anno Rfi si era vista recapitare una multa di 620mila euro per non aver informato le compagnie concorrenti di Trenitalia dell’aggiornamento della normativa che consente l’accesso alla rete, e quindi di non aver garantito loro condizioni eque e non discriminatorie.

Il ripetersi di episodi di questo tenore dimostra la necessità di una separazione netta del gestore della rete da Trenitalia, mantenendo entrambe le aziende in mano pubblica, ma fuori dallo stesso gruppo societario. La concorrenza sulle tratte dell’alta velocità in questi anni ha dato risultati positivi sia per i viaggiatori, che beneficiano di tariffe più contenute rispetto al precedente regime di monopolio da parte di Trenitalia, sia per l’ambiente, riducendo smog e congestione del traffico. L’Italia, però, rimane l’ultimo Paese europeo a non aver aperto alla concorrenza anche il settore del trasporto ferroviario locale, e in molti casi l’alta velocità è diventata per molti pendolari una – costosa – alternativa ai pessimi trasporti regionali.

Trenitalia, inoltre, è riuscita in più occasioni a ottenere sussidi per i servizi delle Frecce, che invece dovrebbero essere a mercato. È il caso, ad esempio, di alcuni convogli finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia sulla tratta Trieste-Venezia-Milano (per un totale di 3,1 milioni euro nel 2015), o del contributo di un milione di euro erogato nel 2018 dall’amministrazione regionale lombarda per ridurre il costo degli abbonamenti dei pendolari sulla tratta Desenzano-Brescia-Milano: sussidi assegnati senza gara andati in tutti e due i casi soltanto agli utenti di Trenitalia, escludendo la compagnia concorrente.

In merito alla questione, l’ufficio stampa di Rfi ha provveduto a redigere il comunicato che segue:

Rfi conferma valore terzietà delle proprie scelte

Rete Ferroviaria Italiana conferma che le proprie scelte operative sono sempre improntate a valori di terzietà verso tutte le Imprese ferroviarie. Nelle scorse settimane, RFI ha inviato a Trenitalia e Italo-NTV, nel pieno rispetto dei principi di equità e non discriminazione, alcune proposte per i nuovi orari, contenenti tra l’altro misure – integrative rispetto agli accordi quadro in essere – per ridurre le interferenze di circolazione e migliorare così gli indici di puntualità, incrementando al contempo la capacità a disposizione delle Imprese. Proprio per una questione di terzietà e per non creare evidenti situazioni di disparità, oltre che per rendere compatibili le richieste di capacità dei due operatori dal punto di vista tecnico, il Gestore dell’infrastruttura aveva specificato che tali misure potevano essere adottate solo se entrambe le Imprese operanti sul sistema AV fossero state d’accordo. Le misure proposte sono state oggetto di interlocuzioni continue con Trenitalia e Italo-NTV, per cercare di armonizzare le diverse richieste, ma non hanno trovato una sintesi con uno dei due operatori, che ha deciso di non accettarle. RFI non ha quindi potuto dare seguito alle soluzioni proposte in modo unilaterale. Il Gestore ha fornito la più ampia disponibilità a proseguire le trattative per arrivare comunque a soluzioni – da adottare al cambio orario di dicembre 2019 – che potranno contribuire a migliorare le performance della rete e delle imprese.

Scippo di Stato

di Daniele Martini 12€ Acquista
Articolo Precedente

Con Trump il capitalismo americano ha imboccato un binario morto

next
Articolo Successivo

Banche, le coincidenze degli ultimi giorni sono tante. Troppe per non incuriosirmi – Replica

next