“È mio figlio, nonostante quello che ci sta capitando. Non cambierò la nostra vita, voglio che resti con noi e con suo fratello”. Il marito della donna di Prato, che ha avuto un figlio da un ragazzino cui dava ripetizioni, era a conoscenza da tempo, secondo quanto riporta La Stampa, che quel bambino avuto dalla moglie non è suo figlio (come confermato dal test del Dna). La donna, infermiera di professione, è rimasta incinta del ragazzino cui dava ripetizioni ed è indagata per atti sessuali con minorenne. Ma il marito lo ha riconosciuto.

La difesa dell’insegnante 35enne di Prato chiederà alla procura di interrogare in modalità protetta il 15enne la cui famiglia l’ha denunciata per atti sessuali sul figlio. Si tratta di sentire il 15enne – che il test del Dna indicherebbe come padre del bambino nato alla donna alcuni mesi fa – in ‘audizione protetta’ con modalità di incidente probatorio. Spiega l’avvocato Mattia Alfano, difensore, che “si tratta di normale procedura quando c’è un minore coinvolto” e che “lo chiederò al procuratore Nicolosi”. Se così verrà deciso, il 15enne affronterebbe un’udienza a porte chiuse, in camera di consiglio davanti al gip e il suo racconto sarà prova valida per un processo futuro.

In considerazione dell’età molto bassa del minore – e anche della durata del rapporto, che viene fatto partire dalla primavera del 2017 -, la legge esclude del tutto che vi possa essere consenso da parte di un minore ad avere rapporti sessuali, ciò per motivi di maturità psicologica, evidentemente non ancora raggiunta. Quindi la posizione della 35enne può aggravarsi anche sotto questo profilo, considerato pure che la relazione sessuale è stata impostata facendo leva sul suo ruolo di educatrice a cui la famiglia, che la conosceva, aveva affidato il figlio per le ripetizioni. La querela è stata presentata dalla madre del 15enne preoccupata per averlo visto incostante, distratto e inquieto fino a confessarle di essere divenuto padre.

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