Il cancro è una malattia seria, se non stai attento ti ammazza (brutto a dirsi; ti ammazza anche se stai attento). Si può lavorare con il cancro, ma l’impatto sul fisico e sulla psicologia può essere devastante. Inutile stare a raccontarci che il cancro si “batte” e che bastano poche sedute e poi si è come nuovi.

La mia visione del cancro è cambiata di recente dopo aver incontrato Massimiliano Maria Longo. A una riunione mi ritrovo sto tipo con i capelli lunghi e scherzando gli butto lì, conoscendoci già sui social: “Ah ma sei pieno di capelli! Dalla foto parevi pelato”. Lui mi guarda e mi risponde: “Tranquillo, a botte di chemio li perdo tra qualche mese”. Io sono ironico ma una battuta del genere non mi era mai capitata prima. Quindi mi son preso un caffè con Massimiliano per approfondire.

Massimiliano è un direttore creativo, pluripremiato, fan sfegatato di moto, un tizio che fa gare di accelerazione con moto d’epoca e tra una chemio e l’altra attraverserà in moto l’Africa per girare un cortometraggio che ha per tema la moto come terapia. Come se non bastasse è tra i fondatori di Homo ex Machina, la prima fondazione tecno-filantropica italiana. Come dire, non esattamente la persona che ti aspetti abbia un cancro al quarto stadio.

Per onore della cronaca Massimiliano ha subito una lunga e complessa operazione di asportazione del tumore in chirurgia robotica e ora sta facendo la chemioterapia, per evitare che il cancro ritorni. “Quando mi hanno diagnosticato un tumore maligno e rimosso 33 cm di colon, parte del peritoneo e 65 linfonodi prospettandomi una chemio molto dura, ho dovuto fare una scelta razionale. Avevo, e ho, una moglie, due bellissime nipotine e una carriera: ho preferito scalare in basso (termine dall’inglese ‘scale down’, nda) la mia carriera, riservandomi una posizione di consulente creativo indipendente, la famiglia viene prima”.

Quello che mi colpisce è come Massimiliano affronti con metodologia e approccio scientifico, da vero hacker di se stesso, la sua situazione. Niente “sciamanesimo mediatico” o approccio stile “io son figo, il cancro lo prendo a pugni”. Mi descrive con minuzie la sua ”dieta mima-digiuno” che fa per evitare di “sfamare” il cancro e proteggere le cellule sane; i suoi integratori per il potenziamento cognitivo che usa per arginare i danni causati dagli effetti neurotossici della chemio; una serie di analisi suppletive genetiche che ha integrato; la particolare terapia del dolore con Cannabis medica, dato che facendo sequenziare tutto il suo genoma online (grazie a uno sconto del 90% durante il Black friday) ha scoperto perché su di lui non faceva effetto nessun altro antidolorifico, nemmeno la morfina; il suo modo di utilizzare le passioni come strumento terapeutico.

In pratica è divenuto in pochi mesi un esperto del suo cancro. “La questione è che molto ancora non si sa su questo male, specialmente dal punto di vista genetico e dell’aspettativa di vita, ma si fanno nuove scoperte ogni giorno”.

Alla vita con il cancro però Massimiliano non cede il passo e, nonostante l’invalidità, continua a lavorare come consulente nel gruppo di fractional executive yourDIGITAL, continua il suo ruolo come membro del Consiglio direttivo dell’Adci (l’Art Directors Club Italiano), continua a stimolare i giovani con idee tecnologiche ad alto impatto sociale per la sua Fondazione e soprattutto continua la sua vita e i suoi progetti sulle moto.

Massimiliano è il tipo che trovi a una conferenza di Google a spiegarti come dare vita a idee di comunicazione integrata basate sull’intelligenza artificiale oppure che fa un weekend di full immersion per discutere i confini e le opportunità creative delle ultime novità digitali. Eppure è anche quello che si spara ogni dieci giorni un intero weekend di chemio attaccato a una flebo. Però gli vedi negli occhi la gioia di vivere. E ti spiega che “boh, non sappiamo quanto siamo qui a vivere, e anche se le statistiche di sopravvivenza dicono cinque anni, meglio cogliere la vita al meglio, alimentando gli affetti e le passioni, studiando per trascendere l’orizzonte degli eventi degli attuali limiti tecnologici, oltre ai quali esistono nuove possibilità per ridefinire la propria esistenza e aumentare radicalmente l’aspettativa di vita: il tempo è relativo quando guardi al futuro”.

Non c’è una regola, una legge chiara o una teoria del tutto per affrontare una malattia, tanto meno una così devastante come il cancro. Ma, a mio avviso, un approccio come quello di Massimiliano funziona.

@enricoverga

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