Dopo smartphone e smartwatch, gli automobilisti del vecchio continente vorrebbero la smart-tyres, pneumatici che possano reagire automaticamente alle condizioni del tempo. Lo dice un’indagine commissionata da Nokian Tyres e basata sui dati raccolti, tra dicembre 2018 e gennaio 2019, attraverso 4.100 intervistati provenienti da Germania, Franci, Italia, Polonia e Repubblica Ceca (la ricerca è stata condotta online dalla società di ricerche di mercato YouGov).

Un desiderio, quello dell’utenza, che potrebbe essere presto esaudito grazie all’intelligenza artificiale, che ha tempi di reazione inferiori a quelli umani e sta per essere introdotta anche nel mondo dei pneumatici: presto questi ultimi potrebbero, appunto, diventare in grado di adattarsi a condizioni meteo differenti grazie all’utilizzo di tecnologie di ultima generazione.

“I sensori interni potrebbero misurare la profondità del battistrada e il grado di logoramento e avvisare il conducente quando sono necessari nuovi pneumatici o chiedergli di invertire gli anteriori coi posteriori così da uniformarne l’usura e ottimizzare la loro longevità”, dice Teemu Soini responsabile per le nuove tecnologie di Nokian Tyres.

In principio, i suddetti sensori misureranno diverse variabili, inoltrando le informazioni al conducente direttamente nei sistemi di bordo del veicolo o sul suo dispositivo mobile. Ma la vera sfida sarà quella di far reagire automaticamente la gomma alle informazioni ricevute dal sensore, senza che vi sia alcun intervento dell’automobilista.

Il campo delle applicazioni sembra molto interessante: “questi pneumatici potrebbero adattarsi automaticamente alle condizioni meteo e a quelle della strada modificando, ad esempio, il battistrada. Con condizioni meteo piovose le scanalature che immagazzinano acqua potrebbero aumentare di volume riducendo il rischio di aquaplaning”, spiega in una nota ufficiale Nokian Tyres.

“Attualmente, ci sono pochissime applicazioni intelligenti di prossima generazione per gli pneumatici destinati alle auto, ma questo contesto cambierà certamente nei prossimi cinque anni, e gli pneumatici premium forniranno più soluzioni di assistenza al conducente. Gli pneumatici che reagiscono automaticamente sono ancora qualcosa di futuribile”, chiarisce ancora Teemu Soini. Tuttavia, fra le criticità c’è pure la robustezza stessa dei sensori, che dovranno diventare sufficientemente duraturi e sicuri dato lo stress continuo a cui sono soggetti.

Già, ma come si comportano i nostri connazionali quando si parla di pneumatici? Nel 2018, il 69% degli automobilisti italiani ha dichiarato di aver effettuato almeno una visita dal gommista nei 12 mesi precedenti: nel 49% dei casi si è trattato di un intervento di manutenzione (il 30% per la sostituzione stagionale, il 19% per manutenzione generica) mentre il rimanente 51% ha effettuato pure un acquisto di gomme. Dati che si evincono da una ricerca Nielsen commissionata da Driver – la rete di rivenditori specializzati Pirelli – che ha sottoposto alcune domande a un campione rappresentativo di automobilisti.

Inoltre, per scegliere il gommista giusto, emerge che gli italiani si affidano al classico passaparola (nel 46% dei casi, mentre nel 2016 la percentuale era del 50%) e sempre più a internet (cresciuto dal 42% al 44%). Abbastanza ascoltati pure i media tradizionali, passati dal 18% al 24%. Trend che si ritrova anche nel criterio di scelta delle coperture: il passaparola è sceso dal 35% al 33% mentre internet è salito dal 53% al 58%. Balzo in avanti dei media tradizionali, in crescita dal 21% al 34%. Aumenta anche la fiducia verso il gommista che diventa determinante per la scelta del treno di gomme nel 34% dei casi.

“Questi dati ci dicono innanzitutto che il canale di vendita tradizionale è ancora il preferito dagli automobilisti italiani che ricercano nella consulenza di uno specialista la risposta più efficace al loro bisogno. Inoltre, siamo lieti che i giornali stiano conquistando terreno come ausilio nella scelta, significa che gli automobilisti cercano informazioni qualificate e pneumatici di qualità e non solo”, spiega Claudio Zanardo, amministratore delegato Driver.

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