Negare l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini. E inviare ai giudici di Catania gli atti firmati dal premier Giuseppe Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, che sono stati allegati alla memoria difensiva del ministro dell’Interno. È quello che propone Maurizio Gasparri alla giunta per le Elezioni e le Autorizzazione del Senato, riunita per discutere il caso Diciotti. Sulla seconda proposta, l’invio degli atti a Catania, la giunta ha dato il suo via libera. Saranno dunque i giudici del tribunale dei ministri di Catania a valutare eventuali corresponsabilità del premier, del vicepremier e del ministro dei Trasporti.

Sull’autorizzazione a procedere per Salvini, invece, la giunta dovrà esprimersi con un voto. Gasparri, che è presidente dell’organo parlamentare e relatore del caso, ha proposto il “diniego all’autorizzazione a procedere“. Cioè il pollice verso alla richiesta di processare Salvini. Sul ministro dell’Interno pende la richiesta dei giudici del tribunale dei ministri di Catania, che lo accusano di sequestro di persona per non aver consentito lo sbarco dei 177 migranti a bordo della nave della guardia costiera, ormeggiata per cinque giorni nel porto della città siciliana. “Domani riprendiamo i lavori – ha spiegato in serata Gasparri – alle 9.30 circa fino a dopo le 12, per esaurire il dibattito, orientamento è che per inizio settimana prossima, probabilmente martedì o mercoledì, arriveremo alla dichiarazione di voto dei gruppi e al voto sulla relazione”.

La relazione di Gasparri: “Ha agito per la tutela dello Stato” – Nella sua relazione, Gasparri sostiene che i fatti della Diciotti, erano “parte di un tentativo strategico dell’Esecutivo di risolvere in maniera strutturale il problema dell’immigrazione irregolare“. La giunta, continua il documento del presidente, “non può che limitarsi al riscontro delle finalità indicate dalla legge costituzionale, senza estendere la propria valutazione alla scelta dei mezzi per conseguirle”. E dunque “alla luce delle argomentazioni fin qui evidenziate sottolinea l’opportunità che la Giunta proponga all’assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere”. Il ragionamento di Gasparri è semplice: se reato c’è stato è stato di natura ministeriale. “Escluso il movente privato, – si legge nella relazione – escluso il movente politico-partitico, rimane in piedi esclusivamente il movente governativo, che ha ispirato l’azione del Ministro Salvini e che è pertanto idoneo per il diniego dell’autorizzazione a procedere”. Dunque il senatore di Forza Italia  propone alla Giunta di riconoscere “la natura ministeriale dell’eventuale reato”. Se la Giunta è d’accordo, secondo Gasparri bisognerà capire se Salvini “abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato” perseguendo un “interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”. Ma nel fare questa valutazione, non va trascurato, si legge nel documento, che “il pubblico ministero di Catania ha chiesto l’archiviazione per infondatezza della notitia criminis, mentre il Tribunale dei Ministri non ha accolto tale richiesta di archiviazione ed ha formulato un’imputazione coatta”.  Nella relazione viene sostenuto inoltre che il Senato non è chiamato a valutare la ” natura, politica” o “amministrativa” dell’atto, “in quanto anche un atto amministrativo (o di alta amministrazione) può avere finalità governative”.

“Giunta deve limitarsi a riscontro delle finalità politiche” – Secondo quanto si legge nella proposta del presidente “è appena il caso di precisare che, nelle sedi politiche, ciascun parlamentare potrà sindacare le scelte governative assunte in ordine alla vicenda Diciotti con interrogazioni o interpellanze, ma nell’ambito della Giunta tale sindacato deve essere escluso, confondendosi altrimenti la valutazione della prerogativa – prevista dalla legge costituzionale n. 1 del 1989 – con la valutazione dell’azione di Governo, attività del tutto diverse per oggetto, per modi e per finalità”. Inoltre “in sede di esame di Giunta per reati ministeriali – ricorda il presidente – occorre limitarsi quindi al riscontro obiettivo della finalità perseguita dal Governo, espressa istituzionalmente innanzitutto dal presidente Conte nella più volte richiamata seduta di Assemblea del 12 settembre 2018″. Il riferimento è per l’intervento di Conte in Senato sul caso Diciotti. Per Gasparri “il sindacato della Giunta non può che limitarsi al riscontro delle finalità indicate nell’articolo 9, comma 3 della legge costituzionale n. 1 del 1989, senza estendere quindi la propria valutazione a profili che ineriscono alla scelta dei mezzi per conseguire le predette finalità atteso che, come già evidenziato, l’autonomia della funzione di Governo – che costituisce la ratio giustificativa dell’esimente extra ordinem di cui alla legge costituzionale n. 1 del 1989 – presuppone anche un’autonomia nella scelta dei mezzi e non solo quindi dei fini da perseguire”.

Gli atti di Conte e Di Maio ai giudici di Catania – Ma non solo. Perché l’esponente di Forza Italia informerà la presidente del Senato affinché invii ai giudici di Catania gli atti firmati dal premier Conte e dai ministri Di Maio e Toninelli e allegati alla memoria di Salvini. In pratica Gasparri ha accolto la richiesta di Pietro Grasso. Il senso dei due allegati è che sulla Diciotti è stata condotta un’azione corale di tutto il governo: è dunque non è il solo Salvini ad avere deciso di non fare sbarcare i migranti a bordo della nave. Prima Grasso aveva chiesto di considerare irricevibili quei documenti. Poi aveva chiesto a Gasparri di inviarli ai giudici. “Il presidente della giunta – aveva detto Grasso –  essendo un pubblico ufficiale, ora ha l’obbligo e il dovere di trasmetterle al Tribunale dei Ministri di Catania, tranne che non voglia commettere un’omissione di denuncia cioè il reato disciplinato dall’articolo 361 del Codice Penale”. Una richiesta, quest’ultima, alla quale si è associato nelle ultime ore anche De Falco, altro componente della Giunta, eletto dal M5s ma poi espulso dal movimento. E approvata a sopresa dalla giunta dopo esplicita richiesta di  Gasparri. “All’inizio della seduta, su mia iniziativa, ho letto una lettera che ho indirizzato al presidente del Senato perché è il presidente del Senato l’interlocutore naturale di altri organi istituzionali, in cui ho comunicato la volontà di trasmettere alla competente procura di Catania” gli atti allegati alla memoria del ministro dell’Interno, e “affinché siano trasmessi, per suo cortese tramite, alla sopracitata procura”, ha spiegato Gasparri che ha poi precisato: “Il tribunale del ministri di Catania non è interlocutore del Senato e della Giunta. E’ la procura, tant’è vero che è la procura che ha mandato le carte, a cui il tribunale dei ministri ha dato torto alla proposta della procura”. Questo vuol dire che l’invio degli atti non bloccherà l’iter interno alla giunta:  “La procura può fare quello che vuole, noi decideremo entro i termini che la legge costituzionale del 1989 prevede. Dobbiamo agire entro quel termine, quello che fanno altri organi non mi compete”, spiega Gasparri.

Grasso: “Interesse pubblico? Precedente pericoloso” – La Giunta inizierà a discutere la proposta di Gasparri già nel pomeriggio per avanti domani e votare probabilmente la prossima settimana. “Il nostro giudizio non è di natura ideologica, politica. Uno può fare le interrogazioni, può contestare il governo, può fare l’opposizione. Noi dobbiamo giudicare se questi comportamenti di Salvini siano conformi alla legge costituzionale dell’89 che, in taluni casi, prevede delle esimenti, come se si è agito per un preminente interesse pubblico”, ha detto Gasparri alla fine della riunione. Una ricostruzione non condivisa da Gregorio De Falco: “Temo che in questo criterio ci si possa fa rientrare tutto. È molto pericoloso, significa in sintesi far coincidere governo con lo Stato, c’è già passato qualcuno negli anni scorsi”. “Lascia perplessi che il fine di governo, ma che potrebbe essere anche definito “politico” tout court, non preveda nessuna valutazione sui mezzi per raggiungerlo. È pericolosa questa deriva”, dice Pietro Grasso. Che poi fa un esempio: “”Poniamo il caso che una scuola, uno stadio vengano chiusi con le persone che vengono tenute all’interno per fini politici. Questo può costituire un precedente pericoloso”.

“Non verremo meno ai nostri ideali” – “Oggi dobbiamo discutere, abbiamo tante ore davanti, vedremo anche la questione delle carte da inviare a Catania così come chiesto da qualcuno”, ha anticipato Gasparri, arrivando a Sant’Ivo alla Sapienza dove si è riunito l’organo parlamentare. Contrario all’invio degli atti a Catania è Mario Michele Giarrusso, senatore del M5s e componente della giunta. “Chiunque ha fatto quella richiesta lo ha fatto solo per farsi pubblicità sui giornali, perché chiunque può mandare quelle carte a Catania”, dice il pentastellato. Ma come voterà il M5s sull’autorizzazione a procedere? I sette senatori del Movimento che fanno parte della giunta hanno trovato un accordo? “Sicuramente, dovete avere pazienza. Avrete novità presto. Non verremo mai meno ai nostri ideali. C’è stata un’ampia e documentata relazione del presidente, che esamineremo insieme ai membri della Giunta, con Luigi Di Maio e il Movimento e decideremo sul punto”, la risposta di Giarrusso. “Dopo i lavori della giunta per le immunità, dopo la relazione di Gasparri, alla fine la colpa sembra non essere di Salvini ma del povero Giuseppe Conte, che da burattino diventa scudo umano”, scrive invece su twitter Francesco Bonifazi, capogruppo del Pd in Giunta.

Paragone: “Voto online M5s per decidere su Salvini” – Tra i 5 stelle, intanto, spunta l’ipotesi del voto online per decidere cosa fare sul caso Diciotti. Lo propone il senatore Gianluigi Paragone. “Penso che la cosa migliore – ha detto a Radio Capital – sia di coinvolgere i nostri iscritti con un referendum sulla piattaforma Rousseau”. Alla domanda sei sia personalmente orientato a votare no all’autorizzazione, Paragone risponde che al momento si deve aspettare che il Tribunale dei Ministri “prenda coscienza di una nuova notizia, ovvero quella relativa al fatto che il governo intero si è auto-incolpato per quella decisione. È venuto meno il principio per cui Salvini deve rispondere da solo. Anche noi del Movimento, nel nostro dibattito interno abbiamo capito che si rischia di esporre tutta la catena del governo, dirigenti, prefetture, questori”, ha concluso.

di Manolo Lanaro

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