La Sea Watch3 si dirigerà verso il porto di Catania. A dare la notizia è il Viminale che specifica che la scelta è determinata dalla presenza di centri ministeriali per l’accoglienza di minori. I maggiorenni invece saranno immediatamente trasferiti all’hotspot di Messina. Solo poche ora fa il premier Giuseppe Conte, a margine del suo incontro con il sindaco di Milano Giuseppe Sala, aveva fatto sapere che “tra poco sarebbero iniziate le operazioni di sbarco”.

All’incontro il presidente del consiglio aveva ringraziato anche il Lussemburgo, ultimo paese che si è aggiunto all’accordo raggiunto mercoledì 29 gennaio dal premier Conte a Cipro per la distribuzione dei 47 migranti ancora a bordo della Sea Watch, la nave battente bandiera olandese ormai da 12 giorni in mare e da 5 nella rada di Siracusa. I Paesi al centro dell’accordo sono dunque Germania, Francia, Portogallo, Romania, Lussemburgo e Malta.

Dalla nave però hanno detto di non sapere ancora nulla dell’imminente sbarco. “Oggi? A noi nessuna comunicazione”, ha fatto sapere Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch. Anche la prefettura di Siracusa, al momento, “non ha ricevuto alcuna comunicazione in merito all’eventuale sbarco della Sea Watch”, ma è “pronta ad attivarsi in qualsiasi momento”. Intanto il tribunale dei minori di Catania, come misura “propedeutica allo sbarco” sta provvedendo a nominare “un tutore per ciascuno dei minori presenti sull’imbarcazione”.

Nelle prossime ore si attendono ulteriori dettagli su come saranno distribuiti i 47 migranti. “Sto andando al ministero per risolvere la situazione, come sempre: mi pagano per questo”, ha affermato il vicepremier Matteo Salvini. “Fatemi avere certezza di quello che fanno gli altri e poi diremo cosa facciamo noi”, ha continuato riferendosi alla possibilità che anche l’Italia accolga parte delle persone a bordo. Per il capo del Viminale però la “missione è compiuta e il problema risolto”. “Mentre gli altri chiacchierano e denunciano, la nostra linea della fermezza ha portato otto paesi europei – Germania, Lussemburgo, Romania, Francia, Portogallo, Lituania, Malta e Spagn –  a farsi carico dell’accoglienza degli ospiti a bordo della Sea Watch3. Rimane l’auspicio che l’autorità giudiziaria prenda in considerazione le ripetute irregolarità a carico della ong tedesca”, ha concluso il ministro dell’Interno.

Dopo l’incontro della notte tra il premier e i due vice, Salvini e Luigi Di Maio, non c’era ancora il via libera. Il governo aspettava infatti la formalizzazione dell’accordo con gli altri Pesi Ue per far scendere le persone a bordo della nave.

Durante il vertice di Cipro, Conte ha parlato con il presidente francese Emmanuell Macron, secondo il quale “per la Sea Watch 3 bisogna applicare tre principi: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l’Italia, il principio della distribuzione dell’onere”, dal quale la Francia non si è mai sottratta, “e infine il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le ong rispettino le regole”. Macron ha anche sottolineato che della questione ne ha parlato con il premier italiano Giuseppe Conte.

Ieri sul caso si era espressa la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiedendo governo italiano di “adottare tutte le misure necessarie, il prima possibile, per fornire” ai migranti a bordo della Sea Watch 3 “adeguate cure mediche, cibo, acqua e generi di prima necessità”, ma “non” accogliere “la richiesta dei ricorrenti di essere sbarcati“. La presa di posizione proviene da una sezione della Corte, che ha deciso – a maggioranza – di concedere la misura provvisoria richiesta riguardante la nave Sea Watch 3, attualmente ancora al largo di Siracusa. La nave, continua la Corte, “non è stata autorizzata ad entrare nel porto e i ricorrenti lamentano di essere detenuti a bordo senza base giuridica, di soffrire di trattamenti inumani e degradanti, con il rischio di essere rimandati in Libia senza che sia stata valutata individualmente la loro situazione“.

La Corte, tuttavia, non ha accolto la richiesta dei ricorrenti di essere sbarcati. “Per quanto riguarda i 15 minori non accompagnati, si richiede al governo di fornire adeguata assistenza legale“, continuano i giudici di Strasburgo. La Corte chiede anche di essere regolarmente informata “della situazione dei richiedenti. La misura è in vigore sino a nuovo ordine”. Le richieste alla Corte di Strasburgo sono arrivate tra il 25 gennaio (dal capitano della nave ed altri) e ieri (dai 15 minori non accompagnati); misure di questo genere, che non pregiudicano decisioni sull’ammissibilità del ricorso o eventuali decisioni nel merito, vengono concesse dalla Corte quando, in assenza di esse, i richiedenti rischiano di subire danni cui non sarebbe possibile riparare.

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