Nel 2018 sono aumentate del 10,1% le denunce di infortuni mortali sul lavoro presentate all’Inail. I morti sono stati 1.133, 104 in più rispetto alle 1.029 del 2017. In quasi tutti i mesi del 2018 il numero delle denunce di casi mortali è stato superiore rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente: spicca agosto, con 132 decessi contro i 78 dell’agosto 2017 (quasi il 70% in più), alcuni dei quali causati dai cosiddetti incidenti “plurimi”, quelli che causano la morte di almeno due lavoratori. Tra questi ci sono il crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 morti sul lavoro su 43 vittime totali e i due incidenti stradali avvenuti in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti. Allargando l’analisi a tutti i 12 mesi, nel 2018 si sono verificati 24 incidenti plurimi che sono costati la vita a 82 lavoratori, rispetto ai 15 incidenti plurimi del 2017, che hanno causato 42 morti.

Le denunce di incidenti sul lavoro, compresi quelli non mortali, sono state 641.261 (+0,9% rispetto al 2017, quando erano state 635.433). In salita anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 59.585: il 2,5% in più, pari a 1.456 casi aggiuntivi rispetto ai 58.129 dell’anno precedente. Sono aumentati sia i casi avvenuti sul lavoro, passati da 539.584 a 542.743 (+0,6%), sia di quelli in itinere, cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un incremento del 2,8%, da 95.849 a 98.518.

Tra gennaio e dicembre 2018 il numero degli infortuni è aumentato dell’1% nella gestione Industria e servizi (dai 497.220 casi del 2017 ai 502.156 del 2018) e dell’1,4% nel Conto Stato (da 104.393 a 105.898, tre quarti dei quali riguardano studenti delle scuole pubbliche statali). In Agricoltura si registra invece un calo dell’1,8% (da 33.820 a 33.207).

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+1,1%), nel Nord-Est (+2,2%) e al Sud (+0,8%) e un calo al Centro (-0,8%) e nelle Isole (-1%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Provincia autonoma di Bolzano (+5,4%), il Friuli Venezia Giulia e il Molise (+3,9% per entrambe), mentre i decrementi maggiori sono quelli che sono stati rilevati nella Provincia autonoma di Trento (-6,5%), in Valle d’Aosta (-4,5%) e in Abruzzo (-3,2%).

L’aumento che emerge dal confronto tra il 2017 e il 2018 è legato prevalentemente alla componente maschile, che registra un +1,4% (da 406.689 a 412.300 denunce) rispetto al +0,1% di quella femminile (da 228.744 a 228.961). L’incremento ha interessato soprattutto i lavoratori extracomunitari (+9,3%) e in misura minore quelli comunitari (+1,2%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l’84% del totale, sono in calo dello 0,2%. Dall’analisi per classi di età emergono incrementi per la fascia fino a 34 anni (+4%) e tra i 55 e i 74 anni (+3,2%). In flessione, invece, le denunce per le fasce 35-44 anni (-3,7%) e 45-54 anni (-0,9%).

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