È stata rimossa all’alba di venerdì mattina dalla Piazza del Parlamento di Budapest la statua in memoria di Imre Nagy, leader della rivolta nella capitale ungherese del 1956 che venne repressa dall’intervento dell’esercito sovietico. Bollato dagli esponenti del governo di Viktor Orban più volte come “un comunista dei peggiori” e accusato di essere collaboratore del Kgb sovietico durante lo stalinismo, Nagy nella memoria storica degli ungheresi è un martire della rivolta e un eroe nazionale.

Secondo quanto riferisce il quotidiano locale 24.hu, la statua è stata demolita e i pezzi impacchettati su un semirimorchio. All’agenzia stampa ungherese MTI, il capo del programma di Imre Steindl Tamás Wachsler ha invece affermato che la composizione scultorea di Imre Nagy è stata consegnata per il restauro prima del riassemblaggio. Il monumento dovrebbe essere spostato, dopo il restauro, nella piazza Jászai Mari, in occasione dell’anniversario dell’esecuzione avvenuta il 16 giugno.

“Orban ha allontanato l’università Ceu (l’università fondata da George Soros, con Michael Ignatieff come rettore), i tribunali imparziali, oggi il monumento di Imre Nagy, e quando sarai tu il prossimo?” attaccano in una nota di protesta le opposizioni. Al posto della statua sarà ricostruito un monumento dell’epoca antecedente alla seconda guerra mondiale, consacrato alle vittime del “terrore rosso” del 1919. Il cambio fa parte della lotta culturale ed identitaria del governo Orban contro i valori del liberalismo e della sinistra ungherese.

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