Lo hanno condannato per la seconda volta all’ergastolo. Questa volta accusandolo di altri 56 omicidi. Diventano così 78 le vittime del serial killer di Angarsk, Mikhail Popkov: un uomo e 77 donne, secondo i tribunali della Russia, sono stati uccisi dall’ex poliziotto, accusato anche di una decina di stupri. Secondo la procura, Popkov soffriva di “una patologica attrazione all’uccisione di persone” e di “una mania omicida con elementi sadici”. Ma è stato dichiarato sano di mente, quindi processato e condannato al fine pena mai.

Il 54enne è comparso in aula nell’uniforme del carcere, con la testa china. Dopo la nuova sentenza, legata a 56 delitti, sconterà la sua pena nella colonia penale di massima sicurezza soprannominata Delfino nero, alla frontiera con il Kazakistan. Popkov, cui è stato anche revocato il diritto alla pensione come ex poliziotto, intende presentare ricorso contro il verdetto, secondo le agenzie russe. Il tribunale di Irkutsk, a circa mille chilometri da Ulan Bator, ha condannato l’ex poliziotto per 56 femminicidi commessi tra 1992 e 2007, infliggendogli la seconda pena carceraria a vita e lo ha dichiarato colpevole dello stupro di 11 vittime. Mentre era in carcere aveva confessato 59 omicidi, ma di tre le autorità non sono state in grado di trovare prove, ha scritto l’agenzia Interfax citando il tribunale. Gli investigatori hanno recuperato i resti di alcune vittime sulla base delle informazioni fornite dall’ex poliziotto, così come armi utilizzate per ucciderle, fra cui asce, cacciavite e coltelli.

Popkov offriva passaggi in auto alle donne durante la notte, a volte con l’auto della polizia mentre non era in servizio. Uccise le sue vittime, tutte di età compresa fra 16 e 40 anni tranne una, con armi come martelli e asce, poi seppelliva i loro cadaveri nei boschi, al bordo delle strade o in un cimitero. Tra le persone assassinate c’è un solo uomo, un poliziotto. Gli investigatori ipotizzarono che il serial killer fosse un agente di polizia per il modo in cui le tracce erano accuratamente cancellate. Per un lungo periodo, inoltre, le sue azioni passarono inosservate, nella città piagata da un’ondata di omicidi legati alla criminalità organizzata. Decisivo il test del dna sugli abitanti che possedevano auto con pneumatici compatibili con le tracce ritrovate sui luoghi degli omicidi.

Nel 2017 il serial killer ha rilasciato un’intervista al sito web russo Meduza, dicendo di aver voluto “ripulire la città” dalla prostituzione. Nessun serial killer prima di lui aveva ucciso così tante persone in Russia e nell’ex Unione sovietica. Alexander Pichushkin, detto “l’assassino della scacchiera”, è stato incarcerato a vita nel 2007 per 48 omicidi, in gran parte uomini anziani incontrati in un parco di Mosca: voleva uccidere una persona per ciascuna delle 64 caselle di una scacchiera. Andrei Chikatilo, condannato per 52 omicidi a sfondo sessuale in epoca sovietica, era soprannominato il macellaio di Rostov, dal nome della zona dove più era attivo. È stato ucciso in un’esecuzione letale nel 1994, prima della moratoria sulla pena di morte.

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