“Ho lasciato la Rai dalla quale ho ricevuto molto e alla quale ho dato molto. Entrata giovanissima, le donne erano davvero poche,  ho avuto la fortuna di avere grandi maestri. Sono stati 40 anni entusiasmanti anche nei momenti più difficili“, Tiziana Ferrario annuncia sui social l’addio a sorpresa all’azienda di Viale Mazzini. Un rapporto professionale iniziato nel 1979 dove vestiva prima i panni di inviata e poi di conduttrice del tg regionale della Lombardia per poi arrivare nel 1982 alla guida del Tg1.

“Nessun rimpianto, nessuna nostalgia, l’orgoglio di avere cercato di testimoniare sempre con rigore i fatti della Storia. È stata una grande bella avventura, ma ci sono nuove sfide da raccogliere. Grazie!”, ha aggiunto la Ferrario, prima donna ad andare in onda in orario serale in un telegiornale. L’anchorwoman nel suo lungo percorso ha ideato “Italia sera”, trasmissione dedicata ai problemi del mondo giovanile con il lavoro, e il “GT Ragazzi”, primo programma di informazione per gli adolescenti.

Per anni si è occupata di politica estera contribuendo alle dirette fiume dedicate all’11 settembre 2001 documentando anche le crisi politiche e internazionali, dal Medio Oriente all’Iraq, dall’Afghanstan al Darfur e non solo. Fu Augusto Minzolini nel 2010 a sollevarla tra le polemiche dalla conduzione del Tg1, una decisione che ha portato al processo e alla condanna dell’ex direttore con la reintegrazione della Ferrario.

La giornalista nell’ultimo periodo era impegnata come corrispondente da New York e il suo ultimo libro, “Orgoglio e pregiudizi, il risveglio delle donne ai tempi di Trump”, è dedicato alle discriminazioni nei confronti delle donne. La Ferrario nel 2003 è stata nominata per il suo impegno civile Cavaliere dell’Ordine al merito dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Nei giorni scorsi la Ferrario, sempre sui social, aveva chiesto l’espulsione dall’albo dei giornalisti per Luigi Di Maio, il vicepremier aveva definito i giornalisti che si erano occupati del caso Raggi “infimi sciacalli”: “Attaccare i giornalisti non è mai un buon segnale per lo stato della democrazia di un paese. Se poi l’attacco arriva da chi occupa posti al vertice delle istituzioni non promette nulla di buono. È la storia a testimoniarlo e quella del nostro paese purtroppo ha precedenti drammatici”. Dopo quarant’anni, dunque, la Ferrario lascia la Rai e si dedicherà a nuovi progetti al momento non noti.

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