Aveva perso tre dita di una mano durante un’operazione di sabotaggio di un convoglio di munizioni nazista e aveva rifiutato la medaglia al valore chiedendo che fosse donata alla memoria di un compagno caduto. È morto domenica sera all’età di 92 anni il partigiano Umberto Lorenzoni, conosciuto con il nome di battaglia di “Eros” e storico presidente dell’Anpi di Treviso. Nato nel 1926 a Nervesa della Battaglia, frazione in provincia di Treviso, dopo l’8 settembre aveva abbandonato gli studi classici per combattere il nazifascismo, diventando uno dei leader della divisione “Nino Nannetti”, all’interno del battaglione “Castelli” della Brigata Piave. Per quaranta anni consigliere comunale a Nervesa, “Eros” era rimasto sempre vicino agli ideali di Giustizia e Libertà e del socialismo.

“Un uomo – lo ricorda la presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo – la cui vita è stata interamente caratterizzata da un attivissimo e appassionato attaccamento ai valori della Resistenza, cui da giovane diede il suo coraggioso contributo”. “Ricordo – continua la Nespolo – le sue battaglie, i suoi genuini e contagiosi moti di indignazione, la sua intelligenza, quel modo irrefrenabile di opporre civiltà alle barbarie dei fascismi e razzismi. Ricordo il suo modo vivo e vivace di stare tra i giovani, di trasmettere loro memoria e voglia di partecipare. Ci mancherà molto”.

Anche l’associazione Binario 1, vicina all’Anpi di Treviso, ha voluto ricordare con un post su Facebook “un’instancabile testimonianza della lotta partigiana e dei valori che essa difendeva. Valori che Umberto ha portato avanti in tutta la sua attività pubblica, credendo nell’importanza di consegnarli alle generazioni future“. Umberto Lorenzoni lascia due figlie, Antonella e Sandra.

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