“In uno Stato civile, nel 2018, termini come prescrizione, amnistia, indulto, sanatoria dovrebbero sparire dal vocabolario, se vogliamo davvero voltare pagina. Se parliamo ancora di questi espedienti per risolvere i problemi della giustizia, non andremo da nessuna parte”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24 Mattino (Radio24) dal procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, che spiega: “Se non si vuole arrivare alla prescrizione e al dato secondo cui un processo dura 10 anni, bisogna informatizzarlo. Bisogna anche domandarsi perché i fascicoli rimangono 5 anni nell’armadio del pm o 4 anni in quello del giudice. Io sono stato presidente di una commissione di riforme, c’è un articolato di legge che ho fatto su questo tema e che è anche sul tavolo del ministro della Giustizia attuale: posso testimoniare che, ogni volta che si pensa di applicare l’informatica al processo penale, tutti gridano all’abbassamento delle garanzie dell’imputato. Non è assolutamente vero” – continua – “e noi lo abbiamo dimostrato. Dissi anche che per un detenuto in alta sicurezza il processo doveva celebrarsi in videoconferenza, come poi è successo per Carminati nel processo Mafia Capitale: in quell’occasione le Camere Penali fecero 5 giorni di sciopero. Quindi, si devono mettere d’accordo su quello che vogliono fare. Anche gli avvocati vogliono il giusto processo e lamentano la lungaggine dei processi, però poi vogliono le notifiche ancora con l’ufficiale giudiziario. Ogni giorno 4mila carabinieri vanno in giro a fare i messi notificatori“. Gratteri propone la soluzione: “Ogni cittadino potrebbe benissimo avere un indirizzo di posta elettronica certificata, pagata dallo Stato se è indigente. In questo modo risparmieremmo mesi per ogni notifica. Sono cose di buon senso, non richiedono una grande scienza”.
Il magistrato si pronuncia anche sul governo: “Diamogli più tempo. Le macchine dei ministeri e la burocrazia a volte sono infernali per chi non ha esperienza amministrativa. E’ necessario che il ministro della Giustizia faccia le modifiche ai codici, è necessario che il ministro dell’Interno dia più mezzi alle forze dell’ordine, è necessario che il ministro dell’Istruzione investa perché abbiamo studenti ignoranti rispetto al resto dell’Europa, siamo sempre più ai margini, siamo l’Africa del Nord”.
Riguardo al potere di influenza delle mafie sul voto elettorale, Gratteri osserva: “Non è solo un problema del Sud, ma anche del Nord. Chi governa deve fare in fretta e deve avere il coraggio, la volontà e la libertà di fare una rivoluzione. E cioè fare tante modifiche nel rispetto della Costituzione in modo tale che non sia conveniente delinquere. E’ una questione di convenienza, non di etica. Quella ormai l’abbiamo già persa. Non puoi tentare un approccio morale o etico con chi è spregiudicato, questo tipo di approccio puoi averlo con un bambino, ma sempre spiegandogli che è più conveniente fare l’idraulico o il panettiere anziché il corriere di cocaina” – prosegue – “E glielo devi spiegare con un approccio di tipo economico, non morale o etico. Con un adulto di 40-50 anni è inutile parlare di morale. Gli devi prospettare il rischio che corre se delinque e spiegargli che non è conveniente. Ora, oggi, mentre parliamo, io ho bisogno di un sistema giudiziario diverso, perché non sia conveniente delinquere e incominci a esserci il giro di boa”

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