Spunta un audio sulla tragedia che si è consumata sabato notte a Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, dove sono morti l’imprenditore Massimo Marrelli e tre operai che, con lui, stavano lavorando sulla condotta fognaria danneggiata nei giorni precedenti dal maltempo. I lavori, a pochi metri dalla villa di Marrelli, erano iniziati il giorno prima e, grazie a una serie di turnazioni, erano quasi conclusi. Si erano però prolungati fino alla tarda sera di sabato. Dopo una giornata, infatti, a mezzanotte gli operai erano ancora nel cantiere. Dovevano finire presto, forse perché era previsto un peggioramento delle condizioni meteo. Utilizzando un escavatore della tenuta agricola “Verdi Praterie”, all’interno della quale si trova la villa di Marrelli, gli operai avevano già realizzato lo scavo per consentire il passaggio di un tubo della fognatura. Proprio mentre lo stavano posizionando, l’imprenditore di Crotone è sceso a dare una mano, come era solito fare, ai suoi collaboratori. Ha iniziato a piovere, l’argilla si è sfaldata ed è stato allora che la parete dello scavo è franata, seppellendo gli operai e l’imprenditore di 59 anni, marito dell’ex vicepresidente della Regione Calabria Antonella Stasi.

Aperta un’inchiesta dalla Procura, in queste ore i carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente sul lavoro. Con Marrelli, sono morti anche Santo Bruno, un muratore 53 anni di Isola Capo Rizzuto, Luigi Ennio Colacino, un bracciante agricolo di 45 anni di Cutro, e Mario Cristofaro, un manovale di 49 anni di Crotone. Nell’immediatezza, gli investigatori hanno sequestrato l’escavatore e hanno interrogato alcuni operai che erano presenti nel cantiere ma che, fortunatamente, non erano all’interno dello scavo profondo circa sette metri. Lunedì si sono celebrati i funerali ma in città ha iniziato a circolare un audio con la testimonianza di un giovane che dice di aver saputo direttamente da un testimone oculare cosa è successo all’interno del cantiere.

“Non hanno fatto il cosiddetto scavo a forma di imbuto e tutta la terra che è stata tolta è stata messa ai lati” racconta la voce diffusa attraverso whatsapp. E prosegue: “Già nel pomeriggio ci sono stati quattro crolli ma lui (Marrelli, ndr) non ha voluto fermarsi. In serata a un operaio è caduto un macigno in testa e gli hanno messo 15 punti. Gliel’ha messi lui. Gli operai non volevano andarci nel fosso perché avevano paura. Lui era un tipo molto testardo, le cose si dovevano fare come dice lui e si è buttato nella fossa. Allora gli operai lo hanno visto e sono scesi pure loro. Neanche due minuti e gli è crollato tutto addosso. Gli operai rimasti là erano impietriti”.

Mentre la prima parte del racconto sembra essere compatibile con quello che è successo, allo stesso tempo ci sono elementi che sembrerebbero non collimare con la prima ricostruzione fatta dai carabinieri nella prima fase delle indagini. A partire dalla parte dell’audio sulla descrizione, a tratti macabra, del tentativo degli altri lavoratori di soccorrere le vittime. Ecco perché il file è stato acquisito dalla Procura che pare abbia già identificato il soggetto dovrà essere interrogato dai carabinieri.

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