Mi sono sonoramente sbagliato. Sono in compagnia, ma la cosa non mi allevia il fastidio. Dopo le elezioni del 4 marzo ho pensato, e scritto sui bit che il Fatto mi mette a disposizione, che la logica della politica avrebbe voluto e dovuto portare ad un accordo tra i 5 Stelle e il Pd. Perché, scontata la resistenza degli apparati, quello renziano in primis, era tra gli elettori che si poteva ristabilire un patto operativo orientato a sinistra. In fondo da dove venivano i voti che avevano fatto del Movimento il primo partito in Italia nel 2013 e poi il primo partito estero compreso nel 2018?

Data la collosità della macro divisioni destra-sinistra nel paese, certificata anche dallo svuotamento di Forza Italia da parte della Lega, si poteva pensare che come di là si era tranquillamente passati, attraverso miriadi di sigle, dalla DC andreottiana al sovranismo di Matteo Salvini, di qua il percorso pur più sofferto, perché come ci si divide progredendo verso la sinistra dello schieramento non ci si divide da nessuna parte, potesse essere analogo. E qui sta l’errore.

Aver pensato che il popolo del Pd e i dirigenti del Pd vivessero insieme sotto la stessa casa ma, in fondo, che il primo dei secondi si accontentasse soltanto. Che al momento giusto come Sanchez ha fatto l’accordo con Podemos dopo anni di scontri fratricidi, come i socialisti portoghesi hanno fatto con comunisti di varie tendenze, avrebbero potuto spingere il quidam de populo di turno ad osare. E invece no. Quel popolo è geneticamente mutato, esattamente come accadde al popolo socialista nenniano, demartiniano e lombardiano, passando nel tritacarne morale ed ideologico di Ghino di Tacco. Quando scopri che l’85 per cento dei sondati di quell’area è contraria al reddito di cittadinanza, il 20% di no in più rispetto ai berlusconiani superstiti e che perfino la pace fiscale, condoni e sconti inclusi è un provvedimento più apprezzato tra le loro fila, puoi solo dire che è finita. In un paese con 5 milioni e passa di poveri praticamente il doppio rispetto al pre-crisi, con nove milioni di persone che hanno problemi a pagare il riscaldamento, milioni impossibilitati a far fronte ad una spesa medica imprevista, il popolo che si definisce di sinistra preferisce, sia pure di poco, che non si paghino le tasse piuttosto che rischiare che qualche euro finisca nelle tasche dei “nullafacenti”.

E’ chiusa qui. Tanto, come si vede dalle analisi siete tutti come me, anziani di età, destinati a sparire e, speriamo, ad essere sostituiti dai giovani che hanno scelto Corbyn o i neosocialisti americani. Tenetevi Renzi, o chi per lui. Andate. En marche.

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