Un gancio spezzato. E il sistema di controllo del nastro mobile andato in tilt. Le perizie ufficiali non ci sono ancora, ma da un primo sopralluogo potrebbe essere questo il guasto alla base dell’incidente avvenuto martedì sera nella stazione Repubblica della Metro A di Roma. Una rottura che avrebbe provocato la discesa a velocità pazzesca dei passeggeri della scala mobile, quasi tutti tifosi russi al seguito della Cska Mosca, e il loro ferimento una volta schiantatisi al suolo. Le cause? La risposta è quasi certamente essere contenuta nelle due telecamere – una in cima alla scala e l’altra ai piedi – sequestrate dai magistrati prima che i tecnici Atac potessero visionarle.

Nonostante le polemiche, all’azienda capitolina dei trasporti sono convinti che il guasto possa essere stato provocato dall’eccessivo entusiasmo – si parla di canti e balli – con cui i supporters russi sono saliti sulla scala mobile. “Non doveva rompersi, ma se ci salti sopra in gruppo non aiuta”, spiegano fonti informali dell’azienda romana. Ma ci sono state davvero queste “intemperanze”? Il video postato su Twitter che ha fatto il giro del web mostra solo la parte finale dell’incidente, con il nastro mobile che ha già preso velocità e i passeggeri terrorizzati che si schiantano al suolo. Gli assistenti di stazione di Atac hanno raccontato di aver sentito urla, cori e rumori di mani che sbattevano sulle pareti della stazione ma di non aver assistito alla scena. Resta il fatto che un incidente del genere “non doveva verificarsi”. 

Ma c’è un altro tema sul quale si concentrerà soprattutto l’inchiesta interna di Atac. Secondo quanto riferito da fonti vicine alla ditta che fa la manutenzione delle scale mobili nelle stazioni – l’ultima a Repubblica, in presenza di tecnici ministeriali, c’è tata circa un mese fa – tutti i dispositivi sono dotati di un meccanismo che blocca il nastro quando avvengono guasti di qualsiasi tipo. Come mai questa volta non è entrato in funzione? Un dubbio importante che, se chiarito, potrebbe dire molto sull’incidente e sulle relative responsabilità. Anche perché con l’accesso alla procedura di concordato preventivo, paradossalmente da mesi Atac si è messa alle spalle i ritardi nei pagamenti alle ditte, con gli interventi che vengono svolti regolarmente nonostante l’anzianità di determinate strutture.

L’azienda, come detto, ha avviato un’indagine interna che già oggi potrebbe produrre nuovi sviluppi. Intanto, la stazione della metropolitana è stata sequestrata dalla Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta contro ignoti per lesioni. Il neo comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giampietro Boscaino, a caldo ha parlato di “cedimento strutturale”. Ma la dinamica dell’incidente differisce notevolmente dal tragico precedente che risale a ben 15 anni fa, il 10 ottobre 2003, quando una turista inglese di 63 anni perse la vita alla fermata Tiburtina cadendo in una voragine apertasi nella scala per poi venire schiacciata arrivata in fondo: in questo caso, per colpa della troppa velocità, gli scalini non si sono riposizionati a nastro e la scala mobile ha letteralmente deragliato.

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