Appena finiti i tre giorni della Leopolda.

La nuova e bellissima canzone-poesia di Elisa e Francesco De Gregori, Quelli che restano, racchiude perfettamente tutta l’emozione e lo spirito di chi partecipa alla Leopolda: un sentimento vero e sincero che unisce migliaia di persone ogni anno intorno a Matteo Renzi.

Questa edizione, la nona, ha registrato un’affluenza ancora maggiore. Oltre 45mila persone in tre giorni e tante persone rimaste fuori ad assistere davanti ai maxischermi.

Tanti sono gli elementi che rendono la Leopolda particolare ed amata da chi partecipa. Prima cosa: tutte le persone che raggiungono Firenze lo fanno autonomamente e senza pullman o treni organizzati. Arrivano da ogni parte d’Italia spinti da un forte legame d’intenti. Tante persone di diverse città in questi anni hanno stretto amicizie e condiviso idee grazie alla Leopolda.
Si sentono a casa.
Si sentono rappresentanti, capiti ed ascoltati.
Si sentono uniti e parlano la stessa lingua.
Si sentono in questo momento storico proprio come nelle stupende parole cantate da Elisa e De Gregori:

È che mi lasciavo trascinare in giro dalla tristezza quella che ti frega e ti prende le gambe
Che ti punta i piedi in quella direzione opposta così lontana dal presente
Ma noi siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano
E gli occhiali li tolgono e con l’acceleratore fino in fondo le vite che sfrecciano

Mai come questa volta ancora più vicini ed emozionati intorno al proprio leader Renzi. Tanto fango, tante bugie in questi anni. Tante scorrettezze e tante vigliaccherie. Ma il tempo sarà galantuomo: sono stati tre giorni ricchi di vera politica. In nessun’altra occasione i liberi partecipanti possono discutere e dialogare direttamente con i propri rappresentanti politici. Oltre 80 tavoli tematici in due giorni di approfondimenti con esperti e parlamentari.

Tutto libero e senza filtri. Tutto vero e non virtuale.
Tanta cultura, tante storie di amministratori e persone che aiutano il nostro paese a crescere.
Tantissime donne.
Tantissimi giovani protagonisti.
Tanti sogni, tanta concretezza e tanto voglia di lottare e fare squadra.

Questo il vero Pd. Non c’è bisogno di bandiere o falsi compagni. Questo chiede il popolo della Leopolda: rispetto per i propri leader e per chi ha sempre messo la faccia nella buona e soprattutto nella cattiva sorte, rispetto per chi viole stare in una comunità; rispetto e lealtà all’interno di una stessa squadra. E non a caso la numerosa platea andava in visibilio a sentire queste parole.

Lo respiravi nell’aria.
In questi tre giorni lo percepivi in maniera chiara e costante.
Voglia di poter lottare uniti contro il populismo ignorante e saccente.
Voglia di spendere tutte le energie senza distrazioni interne stupide e insensate.
Voglia di poter usare il tempo in maniera utile per la propria comunità.
Costanza e pazienza.

Un momento politico difficile e che potrebbe portare il nostro Paese ad enormi difficoltà. Renzi lo ha ricordato anche con un gesto simbolico (ha racchiuso le cose fatte dentro un bussolotto) con la forza dei dati e dei numeri. Nasceranno i Comitati civici tematici e per la difesa della cultura e dei valori democratici ed europei. Come sempre accade, perché il male e l’ignoranza trionfi è sufficiente che i buoni e i competenti rinuncino all’azione.

Per questo c’è bisogno di tutti.
Chi all’interno del Pd continua a non capirlo e pensa solo a qualche minuto di notorietà per sparare su quello che dovrebbe essere il proprio compagno di squadra prima o poi dovrà comprenderlo.
Perché è sempre più chiaro il popolo della Leopolda è sempre più vivo.

E per concludere le impressioni di queste tre giornate fiorentine ancora una volte le parole della canzone di Elisa e De Gregori sono quanto mai precise ed rispecchiano le nostre emozioni di questi giorni…

Avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici
Siamo quelli che guardano una precisa stella in mezzo a milioni
Quelli che di notte luci spente e finestre chiuse non se ne vanno da sotto i portoni
Quelli che anche voi chissà quante volte ci avete preso per dei coglioni
Ma quanto siete stanchi e senza neanche una voglia
Siamo noi quei pazzi che venite a cercare

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