“Per la prima volta nella storia dell’Europa, la sua esistenza è minacciata: può implodere o essere sovvertita da responsabili di estrema destra, Matteo Salvini, Marine Le Pen o Viktor Orban“. Dopo che solo a metà settembre aveva detto che in Ue ci sono “forse dei piccoli Mussolini”, il commissario europeo per gli Affari economici Pierre Moscovici è tornato a parlare di quella che per lui “è la sfida esistenziale a cui deve far fronte l’Europa”. L’occasione è stata un’intervista a Le Monde con cui ha rivelato anche che non intende candidarsi con i socialisti alle prossime elezioni Europee, senza però chiarire se intende rinunciare alla candidatura o sta valutando di correre con qualcun altro. Il motivo del divorzio sarebbe dovuto a “profonde divergenze interne”: “In un momento simile”, ha scritto poi sul suo blog, “bisogna promuovere l’unità di un’Europa potente, più integrata. Non è il momento di indietreggiare o tergiversare”. Solo ieri, a margine di un evento a Parigi, Moscovici aveva definito l’esecutivo italiano “euroscettico e xenofobo”. Dichiarazioni che il premier Giuseppe Conte ha detto di non voler commentare: “Respingo al mittente l’accusa di xenofobia”, ha detto, “non ci sono i presupposti rispetto al governo italiano. Inviterei le istituzioni europee a considerare che se oggi abbiamo un problema in Europa è il distacco tra le istituzioni e le genti europee. Le istituzioni europee dovrebbero essere più populiste“. E ha chiuso: “Invito in modo pacato le istituzione europee e chi le rappresenta in questo momento a cogliere meglio le istanze delle genti europee”. Poco dopo è intervenuto anche il vicepresidente M5s del Parlamento Ue Fabio Massimo Castaldo: “Per caso ha paura del giudizio dei cittadini sul vostro operato e sulle sue parole? Ne ha ben donde”, ha scritto su Twitter.

Moscovici nella sua intervista ha parlato di un bivio: “L’Europa è a un bivio”, ha detto, “se non facciamo niente, gli Orban, i Salvini, i Kaczyinski, i Le Pen disegneranno un’Europa dove la giustizia e la stampa saranno sotto controllo, gli stranieri stigmatizzati, le minoranze minacciate. Populisti per gli uni, nazionalisti per gli altri, tutti questi leader di estrema destra sono per me i nemici delle democrazie aperte e liberali che abbiamo costruito dal 1945 per garantire la pace“. Per quanto riguarda l’Italia, il commissario per gli Affari economici a Le Monde ha parlato dei due vicepremier di M5s e Lega: “Si ha la sensazione che a vincere siano sempre gli stessi, quelli del nord, e a perdere quelli del sud. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono figli delle diseguaglianze e delle divergenze, il che non giustifica i loro eccessi. Nella zona euro bisogna ricostruire convergenza, abbiamo bisogno di uno strumento di politica economica dinamico e redistributivo”. Moscovici ha quindi invocato la costruzione di “un blocco solido di forze di sinistra pro-europee e progressiste in Europa”. “Ad un’Europa populista bisogna opporre un’Europa popolare, con più trasparenza democratica, in particolare, all’Eurogruppo: decidere del destino della Grecia a porte chiuse, lo dico, è uno scandalo democratico”.

Le parole del commissario vanno interpretate in un clima da campagna elettorale per le Europee. Nell’intervista a Le Monde, ha detto chiaramente di volersi “riprendere la sua libertà di pensiero e di parola”. E annunciando che non sarà capolista per il Pse, si è smarcato dai socialisti ‘macron-compatibili’ e si è avviato verso un’idea diversa di Europa popolare ma non populista in cui convivano sia la destra, sia la sinistra. Resta da capire quali siano ora le sue intenzioni, anche perché tra le altre cose non si è risparmiato dall’avanzare critiche su Macron che sta affrontando un momento di forte calo di consensi. “Ho già detto”, ha dichiarato, “che dopo la fase ‘Macron 1’ dovrebbe esserci un ‘Macron 2’, più equilibrato, più attento alle forze sociali e sensibile alla necessità di riassorbire le diseguaglianze, tanto cara ai francesi. Continuo a ritenerlo indispensabile. Perché, in caso di fallimento, ciò che si profila è una situazione all’italiana”. E ha concluso: “L’estrema destra rimane potente in Francia e vuole essere la prima forza nelle elezioni europee, mentre gran parte della destra si radicalizza. Ecco perché il nostro Paese ha bisogno di riforme giuste, di unione e di mobilitazione”.

“Egregio commissario Pierre Moscovici è davvero un peccato che abbia deciso di non candidarsi: ci saremmo confrontati con piacere con Lei sul vero cambiamento che i cittadini chiedono all’Ue. Per caso ha paura del loro giudizio sul vostro operato e sulle sue parole? Ne ha ben donde…”. Così su Twitter l’eurodeputato M5S Fabio Massimo Castaldo commenta la decisione del commissario europeo agli affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, di non candidarsi per i socialisti alla testa della Commissione europea in occasione delle prossime elezioni europee.

Articolo Precedente

Manovra, Tria: “In Ue ci sono regole, se uno non le rispetta e gli dicono che le ha violate deve spiegare perché”

next