Un vertice di governo alle 16 con il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di MaioMatteo Salvini. Poi il consiglio dei ministri alle 20, con l’incognita del se davvero riusciranno a trovare un accordo. Anche se per il momento la discussione della nota di aggiornamento al Def figura all’ordine del giorno del cdm. Ore decisive per la manovra e tensione sempre più alta all’interno dell’esecutivo: Lega e 5 stelle chiedono di spingere il deficit oltre il muro del 2%, almeno al 2,4%. E sul punto ieri hanno detto di essere riusciti a trovare un accordo. Ma il ministro dell’Economia Giovanni Tria non molla sulla sua linea del 2% e invia segnali precisi ai due vicepremier, che qualcuno in Parlamento interpreta anche come l’intenzione di arrivare anche alle estreme conseguenze delle dimissioni. Un’ipotesi smentita da llo stesso Di Maio, anche se il capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari ad Agorà ha detto: “Se non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia”.

Il leader del Carroccio, in queste ore in visita in Tunisia, ha parlato di unità di intenti, anche se ha rilanciato: “Vale assolutamente la pena di superare il 2% del rapporto deficit/pil nella manovra. Il diritto al lavoro, alla felicità di milioni di italiani val bene qualche numerino”. Ma ha respinto le ricostruzioni dei giornali secondo cui ci sarebbe un assedio nei confronti del ministro dell’Economia: “C’è una manovra che deve far ripartire il lavoro”, ha detto. “Penso che il governo abbia un’unica direzione e tutti stiamo remando in nella stessa direzione. Al di là dei numeri stiamo lavorando alla sostanza, a quello che abbiamo promesso agli italiani, senza miracoli o moltiplicazioni di pani e pesci: riduzione graduale delle tasse e avvio del reddito di inserimento al lavoro. Se poi ci sarà l’1 virgola o il 2 virgola, sono sicuro che avere in Europa un’Italia che cresce sarà un successo”. Il problema però nell’esecutivo è tutt’altro che risolto. E oltre a Molinari, a rivelarlo per il Carroccio sono state anche le parole del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri: “Non credo che il ministro Tria voglia venir meno al suo impegno e al suo lavoro in questo governo”, ha detto al Gr1. “Poi, ognuno è libero di assumere le decisioni che vuole. Noi abbiamo un contratto Lega-Cinque Stelle, il ministro Tria lo ha letto prima di accettare l’incarico al Mef. Io penso che alla fine prevarrà il buonsenso, e prevarrà l’interesse generale degli elettori. Abbiamo bisogno di un cambio di passo, sennò non saremmo il governo del cambiamento”.

Ha cercato di calmare gli animi anche il vice del M5s Di Maio: “Non c’è in programma nessuna richiesta di dimissioni. In tutti questi giorni in cui ho avuto modo di lavorare con il ministro Tria, non ho visto né dogmi né paletti”. E ha aggiunto: “E’ inutile tirare a campare come governo, io non sono uno di quelli che porterà questo governo a tirare a campare” perché “o si fanno le cose o non ne vale proprio la pena”. Poi più tardi ha dichiarato: “Siamo ad un bivio storico e non possiamo arretrare di un centimetro né farci ingannare dai numeri: dobbiamo abolire la povertà con il reddito di cittadinanza e dare al Paese le riforme strutturali e gli investimenti necessari per rilanciare la crescita. Abbiamo promesso ai cittadini una manovra del popolo che sia coraggiosa e dobbiamo realizzarla fino in fondo, senza farci intimorire da chi vorrebbe vedere un governo debole e diviso al suo interno”.

Uno dei temi caldi rimane quello del reddito di cittadinanza, misura richiesta dal Movimento 5 stelle come condizione per votare il testo. Intanto oggi l’Inps ha smentito le ricostruzioni del Messaggero secondo cui sarebbe già arrivata la bollinatura dell’Istituto a quello che viene definito blitz sul reddito di cittadinanza. L’ha precisato l’Istituto in una nota, spiegando che “su richiesta del Ministero del Lavoro, si è limitato a valutarne i costi e la fattibilità”. L’Inps ha sottolineato, infine, che “non ci sarà alcuna consegna della proposta da parte del presidente dell’Inps alla squadra del Movimento 5 Stelle al Ministero dell’Economia” e che le proposte avanzate dal presidente Boeri riguardo l’introduzione di un reddito minimo si possono trovare nel documento “non per cassa ma per equità”, disponibile sul sito istituzionale già dal 2015. Nel merito della spartizione delle risorse è poi entrata la ministra della Salute Giulia Grillo: “In questi giorni mi sto battendo per avere più risorse possibili per la sanità pubblica”, ha detto. “Quello che abbiamo non è scontato; il nostro servizio sanitario nazionale è un grandissimo patrimonio di civiltà e di progresso che non è politicizzabile. Per questo voglio salvaguardarlo”.

Intanto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha dichiarato che, al governo non augura “di durare poco”, ma piuttosto “di non fare danni e di investire sulla crescita”. “Quando facciamo qualche critica, la facciamo nell’interesse nazionale perché vogliamo occupazione e crescita. Se poi ad ogni critica qualcuno deve fare una legge contro di noi, non vorrei che con questa mi tocchi un’altra legge contro..”.

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