Charlie Hebdo torna a far indignare per una sua copertina. Nell’ultima edizione del periodico satirico francese, la numero 1361, il crollo del ponte Morandi a Genova viene collegato alla situazione dei migranti in Italia. L’immagine è una vignetta su sfondo giallo che mostra il ponte spezzato in alto a sinistra mentre a terra, tra le macerie e un’auto appena precipitata, c’è un uomo con la pelle nera che spazza il suolo con una ramazza: “Costruito dagli italiani… pulito dai migranti“, è il titolo che ha scatenato molte reazioni, per prima quella del viceministro ai Trasporti, leghista e genovese, Edoardo Rixi, che su Facebook scrive: “Charlie Hebdo è senza vergogna e riesce a superare ogni limite nel cattivo gusto”. Il settimanale satirico, diventato noto a tutti dopo l’attentato del 7 gennaio 2015 e la diffusione dell’hashtag #JesuisCharlie (Io sono Charlie, ndr), è stato al centro di polemiche anche in passato per le vignette dopo il sisma di Amatrice e dopo la valanga di Rigopiano.

Le copertina fake – Nei giorni successivi al crollo era circolata sui social una falsa copertina del settimanale dedicata alla tragedia di Genova. La finta vignetta sotto accusa era stata ripresa, con alcune modifiche, da una disegnata dal vignettista italiano Ghisberto. Essa mostrava un pezzo di strada del ponte obliquo tra un pilone del viadotto, con le auto che cadevano al suolo dall’estremità inferiore e tre grossi sacchi di denaro sull’estremità superiore a fare da contrappeso: la bandiera italiana sventolava in cima al pilone. L’immagine era stata condivisa su Facebook, WhatsApp e Twitter ma ben presto era diventato evidente che fosse un fake.

Le reazioni – È verissima invece quella pubblicata oggi 23 agosto da Charlie Hebdo, a una settimana dal crollo. “Questa sarebbe satira? Per me c’è solo una parola: schifo“, ha commentato il viceministro Rixi. Tra i tanti commenti indignati apparsi sui social network c’è anche anche quello del comico genovese Luca Bizzarri, che twitta: “Fanno indignare e discutere, è il loro mestiere. La vignetta mi fa schifo, viva la vignetta di Charlie Hebdo. Forse, più che indignarsi sarebbe utile agire seriamente in modo che vignette così non avessero più senso di esistere. E il senso glielo abbiamo dato noi”, è la sua riflessione.

I precedenti – Fatto sta che il periodico satirico di Parigi aveva già provocato polemiche ironizzando su fatti di cronaca italiani. Dopo il terremoto di Amatrice del settembre 2016 era stato pubblicato un disegno con due persone ferite e sporche di sangue e un groviglio di corpi coperti di pasta, accompagnato dalla scritta: “Terremoto all’italiana, penne al pomodoro, penne gratinate e lasagne“. Successivamente, nel gennaio 2017, Charlie Hebdo aveva dedicato una vignetta anche alla valanga che ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindoli in Abruzzo. In quell’occasione, accompagnata dalla scritta “Italia, la neve è arrivata”, si vedeva sfrecciare sugli sci la rappresentazione della morte, con un teschio, un mantello nero e due falci al posto dei bastoncini, che pronunciava la frase: “Ma non ce ne sarà per tutti”.

L’attentato del 2015 – La redazione della rivista francese il 7 gennaio 2015 è stata attaccata da due jihadisti che spararono e uccisero 12 persone, tra cui il direttore della testata e diversi vignettisti. Il movente dell’attentato era la pubblicazione di alcune vignette su Maometto. La commozione suscitata dall’attacco diede vita ad un movimento internazionale di solidarietà con le vittime, in nome della libertà di espressione e di satira, rappresentato appunto sui social network dall’hashtag #JesuisCharlie.

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