Fumata nera dal consiglio di amministrazione della Rai sulla nomina del presidente. Giovedì la maggioranza non ha accettato la proposta della consigliera Rita Borioni di individuarlo tra gli altri membri del cda dopo la bocciatura del nome di Marcello Foa da parte della commissione di Vigilanza. Foa dal canto suo ha annunciato che resta al suo posto e continuerà “a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano”, in attesa di “indicazioni dell’azionista” Tesoro che lo ha indicato. Le opposizioni attaccano avvertendo che, dopo la sua bocciatura come presidente da parte della Vigilanza, “il Cda non è legittimato, non può prendere decisioni senza un presidente reso efficace da voto Vigilanza”. E che, se lo facesse, rischia un nuovo “caso Meocci: consiglieri condannati dalla Corte dei Conti a pagare 11 milioni” per una nomina irregolare.

Il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci ha fatto sapere che “se l’occupazione abusiva di Foa in Rai continuerà” i dem sono “pronti a chiedere al Capo dello Stato di riceverci” perché “le prerogative del Parlamento nella effettività della carica di presidente sono chiare, e il governo M5S e Lega le sta stravolgendo. Si deve procedere subito ad una nuova candidatura che passi dal Cda e venga votata dalla Vigilanza”. Il governo però sta ancora cercando la quadra: per ora Matteo Salvini non sembra intenzionato a fare marcia indietro rispetto al nome di Foa, mentre Luigi Di Maio si è detto pronto a prendere in considerazione “un’alternativa” che potrebbe concretizzarsi nell’indicazione del consigliere eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà.

“Oggi ho informato i miei colleghi del Consiglio di Amministrazione che sono ancora in attesa di indicazioni dell’Azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai”, ha scritto in una nota  Foa al termine del cda che si è riunito giovedì alle 11 in viale Mazzini. “Voglio sottolineare che in queste prime riunioni il clima all’interno del Consiglio è stato ottimo, di confronto franco e leale con colleghi di grandissimo valore, e che lo spirito che ci unisce è quello di servizio per la più grande azienda culturale del Paese”. In realtà Rita Borioni, nominata in quota Pd, ha proposto senza successo agli altri componenti di individuare nuovo nome all’interno del Cda.

Per il deputato Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, però, la prassi per cui il consigliere anziano in assenza di un presidente e di un presidente coordina i lavori non può applicarsi in questa circostanza “poiché la commissione di Vigilanza non ha dato il proprio assenso proprio al fatto che il consigliere Foa sia Presidente e quindi possa presiedere il Consiglio”. “Diverso sarebbe stato il caso – prosegue Anzaldi – in cui Consigliere anziano non coincidesse con la persona cui la Commissione non ha dato il proprio placet a essere e fare il Presidente. Siamo dunque di fronte ad una palese situazione di illegittimità, pertanto se davvero i consiglieri appena nominati intendono riunirsi per prendere decisioni aziendali diverse dalla nomina di un nuovo presidente, come ad esempio nomine di direttori o decisioni di interim, rischiano di pagare personalmente. Basta rileggere la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato alcuni loro predecessori a risarcire 11 milioni di euro per l’irregolare nomina di Alfredo Meocci, imposta anche in quel caso dal Governo e dalla politica contro regole e leggi, come accade oggi con Marcello Foa. La Corte in quel caso parlò di ‘manifestazione di una volontà pervicacemente e supinamente adesiva alla volontà politica“.

Anche secondo Roberto Rampi, responsabile nazionale Cultura ed Editoria del Pd, il cda Rai “va convocato solo per eleggere un Presidente, che deve essere di garanzia. Convocarlo per altre nomine e atti di spesa, come avvenuto oggi, è illegittimo e dannoso per l’azienda. Che poi a presiederlo sia lo stesso Foa bocciato dalla Commissione di Vigilanza è gravissimo. La misura è colma. Mi chiedo se il Presidente Fico così ciarliere nei suoi cinque anni di presidenza della Vigilanza abbia perso la lingua ora che dovrebbe difendere la Rai, le istituzioni, la Vigilanza stessa”.

Roberto Speranza di Leu, dal canto suo, definisce “impressionante” la “quotidiana occupazione del potere del governo gialloverde. Non si fermano neanche dinanzi alla legge. Foa, bocciato dal voto della commissione di vigilanza, fa finta di nulla, ignora il voto del parlamento e resta al suo posto”. Il capogruppo alla Camera di Leu, Federico Fornaro, ribadisce la richiesta che il cda “si riunisca senza indugio e nomini il Presidente”.

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