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Mafia, Addiopizzo scrive a Salvini: “Per i migranti pacchia finita? A Palermo i bengalesi denunciano il racket”

Nei giorni in cui le politiche del nuovo ministro dell'Interno stanno scatenando un dibattito infuocato l'associazione antiracket siciliana interviene con una missiva indirizzata direttamente al numero uno del Viminale. Ci saremmo aspettati da un Ministro dell’Interno, all’inizio del suo mandato, una dichiarazione minacciosa nei confronti dei mafiosi, non nei confronti dei migranti", scrivono
Mafia, Addiopizzo scrive a Salvini: “Per i migranti pacchia finita? A Palermo i bengalesi denunciano il racket”
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Hanno scritto a Matteo Salvini per raccontare la vicenda di alcuni imprenditori del Bangladesh, vittime delle estorsioni di Cosa nostra che hanno avuto il coraggio di ribellarsi a Palermo. Nei giorni in cui le politiche del nuovo ministro dell’Interno stanno scatenando un dibattito infuocato l’associazione antiracket Addipizzo interviene con una missiva indirizzata direttamente al numero uno del Viminale. “Ci saremmo aspettati da un Ministro dell’Interno, all’inizio del suo mandato, una dichiarazione minacciosa nei confronti dei mafiosi, non nei confronti dei migranti”, scrivono gli esponenti dell’associazione antimafia nella loro lettera al leader della Lega. Il riferimento è per le contestate dichiarazioni di Salvini a pochi giorni dall’insediamento del nuovo esecutivo. “Confermo che è strafinita la pacchia per chi ha mangiato per anni alle spalle del prossimo: ci sono 170mila presunti profughi che stanno in albergo a guardare al tv”, aveva detto per esempio il ministro il 5 giugno scorso.

Per questo motivo i ragazzi dell’associazione antiracket raccontano a Salvini la vicenda degli imprenditori bengalesi che hanno denunciato i loro estorsori. “Partiti dieci anni fa dal Bangladesh (qualcuno di loro ha parlato di vero e proprio inferno), dopo un lungo viaggio in mare, sono sbarcati sulle coste siciliane – scrivono nella lettera – Due anni fa, alcuni di loro ci contattano perché vessati da anni da un gruppo criminale: richieste di denaro, minacce, rapine a mano armata, furti e aggressioni sono all’ordine del giorno. Le vittime prese di mira sono solo i commercianti di origine straniera della zona. La paura incombe e loro sono costretti a lavorare con le porte chiuse; non passa giorno in cui non si debbano confrontare con violenze e modalità tipicamente mafiose”.

Gli uomini originari della nazione asiatica vengono accompagnati dagli esponenti di Addiopizzo a denunciare. “È uno dei pochissimi casi di denuncia spontanea e collettiva, una scelta di enorme senso civico. Si è aperto il processo, tutt’ora in corso, dove le vittime hanno testimoniato contro i loro aguzzini. Tutti i reati, oltre a essere aggravati dalle modalità mafiose sono aggravati dalla speciale circostanza della discriminazione razziale”, aggiungono gli esponenti di Addiopizzo. Che poi segnalano a Salvini una data: “Il 16 Luglio si celebrerà una nuova udienza del processo nel quale questi coraggiosi commercianti hanno testimoniato in aula. Invitiamo tutti, palermitani, siciliani, italiani di ogni provenienza, a stringersi collettivamente intorno a questo piccolo gruppo di persone, perché ne hanno bisogno. Ci sarà anche lei, signor Ministro, alla prossima udienza?”

Nella lettera a Salvini Addiopizzo si esprime anche sulla recente polemica tra il leader della Lega e Roberto Saviano. “Come organizzazione che si occupa di lotta al racket delle estorsioni guardiamo al Ministro dell’Interno come il nostro ministro. Ci indigna e ci spiazza ascoltarlo mentre minaccia, invece di proteggere, chi rischia la vita per aver preso posizione contro la mafia, solo perché dissente dalle sue posizioni e dalla sua propaganda politica. Minacciare di togliere protezione, significa dare un segnale positivo alla mafia”, scrivono.

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