“Bisogna andare oltre il Pd, costruire un nuovo movimento, più ampio, con esperienze civiche e personalità che non sono disponibili ad entrare nel Pd stesso. La classe dirigente del Pd deve farne parte, esserne l’ossatura portante, ma deve andare oltre”. Così a Otto e Mezzo (La7) l’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, spiega la sua proposta per superare la crisi del Pd. E aggiunge: “Come nome del movimento ho proposto Fronte Repubblicano, ma non piace nessuno. Quindi, sono disponibilissimo ad abbandonarlo. Il nome non è rilevante. Sono invece importanti un grande ricambio e una grandissima mobilitazione sul territorio, perché, come abbiamo visto in questi ballottaggi, la forza di tenuta del Pd è profondamente minata, in un momento in cui, peraltro, abbiamo bisogno di un centrosinistra forte”. Sulla sua polemica con il segretario dem Maurizio Martina, che non vuole andare oltre il Pd, Calenda osserva: “Ha detto che vuole ripartire dal Pd e rilanciarlo. Ma che vuol dire? Dopo una sconfitta tutti dicono questo. Il problema è come farlo e limitarsi al generale non si può, perché il tempo incalza e rischiamo che diventi irrilevante il centrosinistra. E sarebbe un dramma. Che oltre il Pd ci sia la destra riflette la presunzione di D’Alema e di Orfini e mi pare francamente assurdo. Quella che intendo io” – continua – “deve essere un’operazione di centrosinistra. Non penso che debba coinvolgere Forza Italia. Penso che il perno del movimento debba essere quello che si è costruito col Pd. Penso a Gentiloni, a Minniti, alla Pinotti, a Sala, a Gori. Ma in questi mesi ho visto anche un inspiegabile harakiri del Pd. L’ultima volta abbiamo un’assemblea in cui non ho capito cosa è successo e ci stiamo avvicinando a un congresso in cui ancora non si capisce di cosa si parlerà”. Poi chiosa: “Renzi? Come me e altri ha commesso errori, ma qui è cambiata una fase della storia in cui i progressisti sono stati spazzati via in tutto l’Occidente, perché hanno raccontato una storia degli ultimi 30 anni semplificata e ottimistica. Non hanno riconosciuto le paure. Noi abbiamo trattato la gente che ha paura come se fosse ottusa e imbecille. Non dobbiamo solo pensare a come rifondare il centrosinistra, ma anche a come darle parole nuove. Tutto questo, secondo me, dal Pd non si può fare”

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