La nave Aquarius ha lasciato alle ore 21 di martedì sera la posizione dove si trovava da due giorni – 27 miglia a nord di Malta e 35 a sud della Sicilia – ed è partita in direzione di Valencia accompagnata da due navi italiane, una della Guardia costiera e una della Marina militare. Il coordinamento è in carico alla Dattilo della Guardia costiera. E’ terminato quindi il trasferimento dei migranti: a bordo dell’Aquarius, scrive Medici senza frontiere, restano 229 persone, mentre le altre 400 sono a bordo della Dattilo e di nave Orione della Marina Militare. Non sono state trasferite quindi 500 persone, come inizialmente comunicato, ma un centinaio in meno. 

“Le operazioni stanno procedendo nella massima tranquillità e la situazione è sotto controllo – aveva detto Alessandro Porro, membro del team di Sos Mediterranee a bordo – I nostri mediatori culturali sono stati molto bravi a dare alle persone messaggi rassicuranti, dicendo loro che le tre imbarcazioni arriveranno tutte nello stesso porto e non ci saranno famiglie separate“. “Abbiamo ricevuto questa mattina dei rifornimenti da parte di una nave italiana e abbiamo anche ricevuto la conferma che il nostro rapporto safety sarà a Valencia – aveva spiegato alla trasmissione Agorà, su Rai Trele condizioni meteo nei prossimi giorni vanno a deteriorarsi per cui non potremo affrontare questo trasporto con tutte le persone a bordo”. Da qui la soluzione di trasferire più della metà dei migranti sulle due navi italiane che accompagneranno Aquarius fino a Valencia.

“Tempo di navigazione stimato in quattro giorni”
“Nelle prossime ore, parte dei migranti di nave Aquarius saranno trasferiti su nave Dattilo della Guardia Costiera e su una nave della Marina Militare – ha confermato in una nota il ministero dei Trasporti – allo scopo di consentire il trasferimento delle tre unità verso le coste spagnole, nelle condizioni di massima sicurezza possibile per le persone presenti a bordo”. Un volta terminato il trasferimento, “sulla nave Dattilo sarà presente personale medico del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e personale Unicef a supporto dei minori”. “Il tempo di navigazione stimato è di quattro giorni“, spiega il comunicato.

Madrid: “Italia rischia responsabilità penali”
Intanto dalla Spagna, che lunedì aveva accettato di accogliere la nave a Valencia, arriva una dichiarazione della ministra della Giustizia: “Non è questione di buonismo o generosità, ma di diritto umanitario. Ci possono essere responsabilità penali internazionali per la violazione dei trattati sui diritti umani”, dice Dolores Delgado in un’intervista alla radio Cadena Ser. “La situazione di queste 629 persone su un’imbarcazione al limite è critica” e la soluzione alla crisi migratoria “deve venire da tutti gli Stati, quelli che sono frontiera e quelli che non lo sono. È questione di umanità ma anche di rispettare gli accordi e i trattati dei quali tutti gli Stati sono parte”.

“Nel far riferimento in maniera così generica alla categoria della violazione dei diritti umani, si rischia di banalizzarla e di non capire quando le violazioni ci sono realmente”, analizza il professor Andrea Saccucci, docente di Diritti Umani alla Cattolica di Milano e di Diritto Internazionale all’Università della Campania. Secondo il giurista, interpellato dall’Ansa, “non sussistono elementi concreti a supporto di un’azione del genere, tanto meno ipotizzando responsabilità penali. Il richiamo arriva tra l’altro da un Paese, la Spagna, che pochi mesi fa è stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo per le espulsioni collettive da Melilla“.

Critica anche la Francia: “Dall’Italia cinismo e irresponsabilità“, è stato il commento del presidente della Repubblica Emmanuel Macron. La replica di Matteo Salvini a Parigi e a Madrid è arrivata su Twitter: “La Spagna ci vuole denunciare, la Francia dice che sono ‘vomitevole’. Io voglio lavorare serenamente con tutti, ma con un principio: #primagliitaliani”, scrive il ministro dell’Interno.

Il ministro Toninelli: “Giusto pragmatismo politico”
In mattinata su Radio Capital il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha confermato che “secondo il piano del Mrcc di Roma i naufraghi a bordo verranno trasferiti su navi italiane e condotte a Valencia. Sulla vicenda c’è stato il giusto pragmatismo politico che prima non c’era. Nessuno prima parlava di Malta che rispondeva negativamente alle richieste di accoglienza. Non abbiamo messo in pericolo la vita di nessuno” e i migranti sono stati “soccorsi da navi italiane”. È stimato invece per il 13 mattina alle 8 l’arrivo a Catania della nave Diciotti della Guardia Costeria, con 937 migranti a bordo e due cadaveri. L’approdo era previsto per stasera, ma la nave, per il gran numero di persone a bordo e a causa delle non buone condizioni meteo, ha dovuto ridurre per precauzione la velocità di crociera.

Video di Alberto Sofia

Ieri, di fronte al rifiuto di Malta e dell’Italia di accogliere Aquarius, si era fatta avanti la Spagna. La nave, aveva fatto sapere nel pomeriggio il neo premier Pedro Sanchez, verrà accolta nel porto spagnolo di Valencia: “È nostro dovere contribuire ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone”, aveva detto Sanchez. Tuttavia, il porto di Valencia è lontano e richiede diversi giorni di navigazione. Troppi per una nave carica di persone. “L’MRCC spagnolo ha offerto alla Aquarius di attraccare a Valencia – aveva annunciato ieri sera Sos Mediteranee – È un segnale molto positivo. Tuttavia raggiungere la Spagna richiede diversi giorni di navigazione. Con così tante persone a bordo e condizioni meteo in peggioramento la situazione può diventare critica”. “L’incolumità delle persone a bordo della nave Aquarius deve restare la priorità” aveva aggiunto l’ong. Mercoledì alle 11.15 il ministro dell’interno e vicepremier Matteo Salvini riferirà in Senato sulla vicenda Aquarius.

Articolo Precedente

Aquarius, i momenti concitati del salvataggio di notte: i soccorritori individuano i migranti grazie alle urla

next
Articolo Successivo

Pedofilia in Cile, Papa Francesco accetta le dimissioni di tre vescovi: tra loro anche Barros, nominato proprio da Bergoglio

next