No di Grasso e di Leu, porta aperta dalle Autonomie. Come prevedibile, il leader di Liberi e Uguali ha ribadito che i deputati e i senatori a lui legati faranno opposizione al governo gialloverde di M5s-Lega: “Il nostro No a Conte è nel merito. Nell’accordo di programma, impropriamente definito ‘contratto’, ci preoccupa come sono trattati temi come le discriminazioni, i diritti civili, la sicurezza, la progressività fiscale e l’idea di democrazia, con l’istituzionalizzazione di organi extra costituzionali e soprattutto del vincolo di mandato, in contrasto con la centralità del Parlamento“, ha attaccato Grasso, sfidando l’esecutivo nascente.
Il dialogo è invece avviato tra il premier incaricato Conte e le Autonomie. “Un colloquio gentile, ci ha fatto una buona impressione. Gli abbiamo fatto presente che non c’è riferimento alle autonomie speciali nel programma e abbiamo concordato che teniamo aperto questo colloquio”, ha rivendicato Juliane Unterberger, presidente del gruppo per le Autonomie del Senato. “Il giudizio complessivo è sicuramente positivo. Valuteremo il programma di governo definitivo e la lista dei ministri e faremo le nostre valutazioni”, ha concluso per l’Svp Manfred Schullian. Se Conte incassasse la fiducia di Svp-Patt e Uv (quatto sono i senatori, ndr) la maggioranza M5s-Lega potrebbe arrivare a Palazzo Madama fino a quota 175, rispetto ai 171 (109 senatori pentastellati, 58 leghisti, quattro del gruppo Misto) già a disposizione.
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Governo M5s-Lega, attaccare Conte non farà che avvicinarlo al suo popolo

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