Allattare un neonato è una “scena” che può urtare la “sensibilità” degli studenti. È con queste motivazioni che una vigilante dell’università di Parma ha allontanato Olha Zdyrko, una mamma 27enne, dopo che si era fermata sotto il porticato di via d’Azeglio per la consueta poppata del figlio. L’episodio è stato raccontato dalla stessa donna e dal compagno in una lettera inviata alla Gazzetta di Parma. L’ateneo emiliano intanto si scusa e annuncia “accertamenti sul deplorevole episodio”.

“Quella signora ha insistito così tanto che alla fine mi sono arrabbiato”, si sfoga intervistato dal Corriere della Sera Simon Younes, il padre del neonato. “Continuava a dire: ve lo chiedo gentilmente. Ma quale gentilezza c’è nel dirci che un’area universitaria ‘non è adatta a queste scene’? Che cosa c’è di non adatto nella scena di una madre che allatta il suo bambino?”. La vicenda risale al 17 aprile, quando Younes ha incontrato la sua compagna fuori dall’università. “In quel momento Olha si è trovata nelle condizioni di dover allattare il pargolo, per cui si è seduta, si è coperta con la sciarpa e l’ha attaccato al seno per saziarlo. Nulla di strano e nulla di più naturale”, ha denunciato l’uomo nella lettera. “Neanche cinque minuti dopo è uscita una guardia giurata dal suo ufficio che, senza nemmeno salutarci, ci ha invitati a spostarci dicendo che non era una zona per l’allattamento dei neonati e che dovevamo considerare la sensibilità degli studenti”. I genitori hanno chiesto quindi le scuse da parte della guardia e hanno precisato che non cambieranno le proprie abitudini, “nonostante il triste episodio accaduto”.

Sul caso è intervenuto in un primo momento l’Assessore all’educazione e all’inclusione del Comune, Ines Seletti, che ha annunciato l’allestimento di alcuni spazi dedicati all’allattamento nelle strutture comunali. “Ciò non toglie – ha aggiunto l’assessore – che tutte le mamme possono allattare liberamente in pubblico”. Poi sono arrivate le scuse ufficiali dell’ateneo. “L’Università di Parma – si legge in una nota pubblicata sul sito – nell’assicurare che saranno effettuati i doverosi accertamenti circa il deplorevole episodio riportato da alcune testate circa l’allattamento di una madre in locali dell’ateneo, ribadisce e conferma la propria grande attenzione nei confronti dei diritti umani e sociali“. Attenzione dimostrata nei mesi scorsi dall’avvio di un progetto “per la creazione di tre spazi all’interno dell’Università dove le studentesse, le dipendenti, ma anche le private cittadine che ne abbiano necessità, potranno allattare e accudire i propri bambini”. Perché, afferma l’ateneo (contrariamente alla guardia giurata), quello dell’allattamento è un diritto che deve essere “promosso e favorito”.

Le scuse dell’università emiliana erano state chieste dal dottor Alessandro Volta, direttore del reparto materno-infantile della Usl di Reggio Emilia e spesso in prima linea per le campagne di sensibilizzazione sull’importanza dell’allattamento. “Sono stanco di questa stupidità e violenza assieme. Esiste un posto giusto per allattare? Di quale sensibilità stiamo parlando? Agli studenti universitari può far male vedere un bambino che succhia il latte di sua mamma?”, aveva scritto su Facebook Volta. “Se la scena crea turbamento invece di luoghi deputati per l’allattamento abbiamo bisogno di un esercito di psicologi e di psichiatri”.

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