Come saprete, ho un nuovo lavoro temporaneo. Dopo aver preso il treno pendolari che mi ha portato al lavoro da oltre un decennio, anziché fermarmi all’università proseguirò per Montecitorio. I cittadini mi hanno scelto come loro Portavoce per la legislatura corrente e spero di ripagare la loro fiducia. La campagna elettorale è stata entusiasmante: non è stato materialmente possibile incontrare tutte le persone di un collegio elettorale (oltre 250.000) ma conoscere tanti cittadini è stato un privilegio e un’esperienza incredibile.

Vorrei condividere con i lettori una delle storie che ho sentito, una davvero unica: un pranzo con la Senatrice Elena Fattori alla cooperativa Garibaldi, durante il quale ho incontrato Chiara Ferraro. Lei era intenta nei suoi disegni astratti. Linee e forme di tanti colori. Quasi simili a degli elettroencefalogrammi, quelli ai quali è stata sottoposta più volte per le sue crisi epilettiche. Come molte persone autistiche, sembra che Chiara non ti guardi, ma in realtà ti studia profondamente. A un certo punto, Chiara è uscita per una passeggiata fuori, e io e il suo papà Maurizio la abbiamo seguita. Maurizio mi ha raccontato di come a un certo punto avesse lasciato il lavoro per passare le sue giornate fuori dalla scuola che frequentava Chiara. Era pronto a intervenire nel caso lei avesse l’ennesima crisi. “Quando la scuola finisce, iniziano le vere angosce delle famiglie di ragazze e ragazzi speciali”. Maurizio e altri hanno fondato una cooperativa di genitori e giovani adulti con autismo di cui è presidente, e che ha preso vita all’interno dell’Istituto Tecnico Agraria Giuseppe Garibaldi, in quella che era una volta la periferia di Roma.

Cosa sarebbe successo alla fine della scuola è un tema che i genitori della cooperativa si sono posti da subito, condividendo le ansie con gli altri attori: preside, insegnanti di sostegno, presidente del consiglio d’istituto, Asl. Dopo una gestazione di tre anni, nel 2012 si è deciso di comune accordo di dare vita alla cooperativa e di dotarla di una parte del patrimonio agricolo, 3 ettari e di un casale. Tutto per dare continuità all’esperienza avviata con la scuola e nella scuola. La Provincia di Roma, ente proprietario degli immobili e dei terreni ratificò la concessione. Ha preso così vita una delle esperienze di welfare progressivo della città di Roma, un piccolo agriturismo. Con gli abitanti del quartiere è nata l’idea degli “orti in adozione“, 90 mq di orto da curare insieme ai ragazzi con autismo della cooperativa. Ciascun orto porta il nome di uno di essi. Una parte dei prodotti rimane a chi coltiva la terra, l’altra serve per fornire la trattoria dell’agriturismo, speciale come i genitori della cooperativa. La cooperativa non ha solo lo scopo assistenziale, ma è anche produttiva. Di giorno, i ragazzi e le ragazze sono a contatto con la terra. Fanno quello che possono. Chiara ad esempio, odia coltivare la terra ma adora invece andare a fare la spesa con il suo educatore. Chiara è stata anche impegnata in politica. È stata candidata alle primarie del Pd come sindaco di Roma, ovviamente con l’aiuto del suo papà.

Qualcuno ha criticato Maurizio perché avrebbe sfruttato la figlia. In realtà l’idea di Maurizio era di dare visibilità alle persone che non l’hanno. Servivano 2500 firme, ma la candidatura di Chiara era riuscita a raccoglierne solo poco più di 1000. Tuttavia, gli allora leader del Partito Democratico approvarono all’unanimità una deroga, consentendole di partecipare alla competizione che avrebbe incoronato Roberto Giachetti come lo sfidante di Virginia Raggi.

Il pezzo forte della campagna elettorale è stato il confronto televisivo da Lucia Annunziata, dipinta nell’immaginario collettivo come una donna inflessibile e intransigente, e che invece ha speso tantissimo del suo tempo per mettere a suo agio Chiara, permettendole tra l’altro di utilizzare il camerino dei vip. Alla fine del confronto, l’Annunziata si è lasciata scappare persino qualcosa che suonava più o meno “ma qui le idee più chiare le ha proprio Chiara”.

La politica è un’avventura affascinante perché mi ha permesso di conoscere persone come Chiara e Maurizio. Chi volesse vivere un’esperienza simile può visitare la cooperativa Garibaldi, magari la domenica a pranzo. Al momento, hanno dei carciofi davvero speciali.

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