Attentato terroristico in Francia. Un altro. Sempre secondo lo stesso abominevole canovaccio. La violenza che esplode incontrollata. E genera oscenamente vittime innocenti. V’è di che ragionare, anche in questo caso. Con olimpica compostezza e con la docile forza della ragione. Se non sapessimo già da sempre chi si è deciso che siano i buoni e chi i cattivi, verrebbe da pensare che questi terroristi, ogni attentato che fanno, lo fanno contro le masse precarizzate e a beneficio dei potenti. Non sbagliano un colpo. Vogliono colpire l’Occidente, si dice: ma colpiscono sempre e solo i dominati d’Occidente. Ossia gli stessi che vengono colpiti dai potenti dell’Occidente mediante le scene dell’ordinaria violenza economica chiamata “libero mercato”. E che più appropriato sarebbe appellare libero cannibalismo deregolamentato.

Ossia licenza per il più forte di massacrare il più debole. Sono davvero precisi, questi terroristi. Proprio mentre la massa damnata degli sconfitti della mondializzazione in Francia principiava ad agitarsi contro l’oscena loi travail (il jobs act gallico), ecco che si presentarono con impareggiabile puntualità a Nizza i terroristi: e da quel momento, com’è ovvio, di loi travail nessuno parlò più. Si voltò pagina. E ora ritornano, sempre puntualissimi: proprio mentre iniziano i guai per il signor Sarkozy, ecco che accade l’inconfessabile. Un nuovo attentato. E nei prossimi giorni – siatene certi – di Sarkozy non si parlerà più. Perché ovviamente la priorità sarà la lotta al terrore.

Insomma, se non sapessimo, grazie ai generosi pedagoghi del mondialismo, chi sono i buoni e chi i cattivi saremmo quasi indotti a pensare che potenti occidentali e terroristi orientali giochino con la maglia della stessa squadra. Contro l’immensa squadra degli sconfitti del mondialismo, le masse nazionali-popolari precarizzate e irrappresentate politicamente. Ma per fortuna sappiamo che non è così. Sappiamo che sempre trionfa il bene e che i signori della globalizzazione, anche quando bombardano e uccidono, lo fanno per amore dell’umanità.

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