La Rai e l’amministrazione comunale di Torino si dicono sconcertate in merito alla decisione dell’assemblea dei lavoratori torinesi che ha visto, tramite una sorta di referendum interno, vincere il “no” alla proposta di lavoro. L’accordo prevedeva 9 ore di lavoro al giorno, per cinque giorni con la possibilità di un sesto giorno, con 25 euro giornalieri in più oltre allo stipendio mensile regolarmente versato, più 850 euro una tantum e il recupero dei giorni in più lavorati. Il Paradiso delle signore doveva svilupparsi, inizialmente, per nove mesi con la realizzazione di 180 puntate da trasmettere su Rai Uno nel palinsesto 2018-2019.

“Si tratta di un’occasione mancata, che avrebbe potuto consentire, quale volano di sviluppo dell’audiovisivo sul polo torinese, il rilancio delle produzioni Rai su Torino. La Rai ringrazia l’Amministrazione comunale di Torino per il fattivo contributo nel ricercare una soluzione che salvaguardasse il prodotto ed esprime rammarico per aver portato le istituzioni ad assistere ad una ‘fiction’ in cui è mancato, da parte dei lavoratori, il dato di realtà. Questo però non pregiudica la più ampia collaborazione istituzionale tra Rai e la città di Torino considerata l’importanza della presenza Rai nel capoluogo piemontese”, scrivono in una nota congiunta Rai e Città di Torino.

La proposta ha avuto 86 voti contrari, 49 i favorevoli e 32 gli astenuti, l’ordine del giorno era chiaro: “Sì alla fiction, no a 60/70 ore di lavoro“. Pietro Gabriele (Cisl) spiega: “Abbiamo voluto ribadire che i lavoratori della Rai di Torino confermano ancora una volta la loro voglia di lavorare, però chiedono l’applicazione del contratto nazionale. È stata una scelta difficile e coraggiosa, ma alla fine la maggioranza ha scelto di tutelare la dignità del proprio lavoro”.

La Fistel-Cisl non condivide l’esito della vicenda e precisa: “Vogliamo ringraziare la sindaca Appendino e la sua Giunta per aver riportato al tavolo delle trattative la Rai che aveva in precedenza abbandonato il confronto con le organizzazioni sindacali. Prendiamo atto della decisione della maggioranza dei lavoratori presenti in assemblea e ne rispettiamo l’esito, pur non condividendolo, assicurando che porteremo avanti in tutte le istanze contrattuali e istituzionali le ragioni dei lavoratori per garantire che il Centro Produzione Rai di Torino non subisca un abbandono da parte dell’azienda, che potrebbe strumentalmente usare questa vicenda per ridimensionare la sede di Torino”.

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