“Non ho nessuna pretesa di fare il segretario del Pd, non ho mai messo piede al Nazareno, sarebbe ridicolo propormi come segretario di una comunità che non conosco”. Sono le parole del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ospite di Otto e mezzo (La7) . Il ministro ha spiegato il motivo per cui si è iscritto al Pd: “Ho voluto dare anche un segnale del fatto che se il Pd non recupera l’Italia è a rischio, abbiamo bisogno di un partito con cultura di governo e riformista. C’è da rimboccarsi le maniche e lavorare, anche dare il segnale che ci si crede è una cosa positiva. Il mio ruolo per ora è starci dentro come ministro”. E racconta la reazione della moglie alla sua neo-iscrizione al partito: “Su WhatsApp ha sostituito una foto carina in cui eravamo abbracciati con l’immagine di un enorme ghiacciaio. E non mi ha rivolto la parola per 24 ore. L’ha presa benissimo”. Su Renzi sottolinea: “Se ha posticipato le sue dimissioni, ha commesso un errore. Molte delle politiche che Renzi ha fatto sono giuste, ma penso che vada cambiato profondamente il modo di comunicare con il Paese. La sinistra non deve più essere il partito degli slogan, questa retorica è finita. Le paure devono avere diritto di cittadinanza. Il Pd le deve capire ed elaborare delle ricette”. E aggiunge: “Ho sentito Renzi ieri, mi ha fatto i complimenti per la mia iscrizione al partito. Era molto provato. Magari ha fatto degli errori ma ha governato bene, è stato un bravo presidente del Consiglio, ha fatto tante cose buone, ma ha commesso errori di comunicazione che in politica sono sostanza. Ad esempio, doveva chiarire che Gentiloni era il nuovo candidato ma in modo netto. Ma Renzi” – chiosa – “è una persona la cui esperienza si deve portare nel nuovo Pd, la ‘damnatio memoriae’ è un errore. Renzi deve contribuire con tutti gli altri a rimettere insieme il Pd, se facciamo rese dei conti sbagliamo”

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