Zitto zitto, caduto il castello di accuse che aveva portato la procura di Milano a chiedere il suo arresto (negato) e che invece si concluderà in un’archiviazione, riabilitato dal tempo che passa come spesso accade nel nostro Paese, sta tornando Marco Bogarelli. L’eminenza grigia del pallone italiano, l’uomo che fino a qualche anno fa guidava Infront era considerato il vero deus ex machina della Serie A, prima di essere costretto dalle inchieste a dimettersi: c’è anche la sua ombra sul nuovo, vecchio corso del campionato targato Media Pro, passata venerdì nelle mani dei cinesi di Orient Hai.

A inizio mese la Lega calcio ha ufficializzato una svolta epocale: addio al duopolio Sky-Mediaset, i diritti tv sono passati a Media Pro, società con sede a Barcellona specializzata in marketing e produzione sportiva, che già opera sullo stesso mercato nella Liga spagnola. E da allora le voci, più o meno maligne, si rincorrono: “C’è Bogarelli dietro l’operazione”. Un ritorno abbastanza clamoroso, considerando il passato del dirigente. Eppure non si tratta di pura fantasia. Anzi, in un certo senso si può dire che Bogarelli, uscito dalla porta di Infront con tanto di “obbligo di non concorrenza” per impedirgli di svolgere incarichi nell’ambiente, è già rientrato dalla finestra: negli scorsi mesi ha svolto una preziosa consulenza per la Lega Pro, facendo da intermediario per la cessione dei diritti tv a Eleven (gruppo che ha rilevato Sportube e il canale della Lega). La clausola sottoscritta valeva solo per Serie A e Serie B, all’epoca nessuno si pose il problema che Bogarelli potesse ripartire dal basso della terza serie. E adesso pensa ad una nuova scalata.

L’occasione potrebbe dargliela, suo malgrado, proprio la sua ex azienda, e l’accordo stipulato dal successore Luigi De Siervo con Media Pro. Una vecchia conoscenza di Bogarelli, che di sicuro nelle ultime settimane ha dato qualche consiglio agli spagnoli (a titolo gratuito, per ora): non è mistero, del resto, che lui sia grande amico di Taxto Benet, uno dei fondatori e proprietari (col 12% delle quote) di Media Pro. I due si conoscono da anni, in passato avevano pensato addirittura di mettere su una nuova società insieme: ai tempi d’oro di Infront, Benet era presenza quasi fissa negli uffici milanesi. E così quando nel bel mezzo della trattativa privata Media Pro ha tirato fuori l’ipotesi  del cosiddetto “canale della Lega”, uno dei pallini storici di Bogarelli, in molti hanno subito capito di chi fosse l’idea. Per il momento non se ne farà nulla (il bando non lo permette e l’Antitrust è lì che aspetta al varco), ma Bogarelli può comunque rientrare nel futuro di Media Pro. E quindi della Serie A.

Di sicuro le parti ci stanno pensando, in maniera reciproca: lui sarebbe ben felice di mettersi a disposizione, e di recente gli spagnoli hanno sondato il campo in via Rossellini per un suo possibile incarico, ricevendo pareri contrastanti. Sibilline le parole degli stessi spagnoli: venerdì hanno precisato che “Bogarelli non lavora per il gruppo, anche se ne conosciamo il gran prestigio professionale”. Media Pro del resto ha appena aperto la sua filiale italiana, e deve dotarsi in tempi stretti di una intera governance: così il primo nome sulla lista non poteva che essere il suo. Un ritorno in grande stile, da amministratore delegato o da presidente della società, farebbe forse troppo rumore. Più facile che per lui possa essere ritagliata una figura ad hoc nel board degli advisor: una sorta di consigliori, grande saggio del nuovo corso della Serie A. In fondo, è quello che ha sempre fatto: decidere le sorti del calcio italiano, dietro le quinte.

Dove negli scorsi mesi si è giocata la partita dell’assegnazione. Che doveva avvenire a giugno, ma saltò perché Mediaset non presentò offerte contestando il bando, riscritto con grande calma e ripresentato negli scorsi mesi, con nuove fumate nere e offerte insufficienti, soprattutto sul fronte del Biscione. Che in questa partita non sembra avere alcuna fretta, in attesa del 4 marzo quando tra l’altro si schiuderanno le porte del Parlamento per due persone che Bogarelli lo conoscono bene, Adriano Galliani e Claudio Lotito. Così alla fine si è arrivati all’assegnazione “all’advisor dell’advisor” nell’assemblea del 5 febbraio, per 1,051 miliardi di euro che è ora in attesa della pronuncia dell’Antitrust. Se l’Autorità darà il via libera, Mediaset – che con loro condivide già la stessa concessionaria pubblicitaria – è pronta a dare la caccia alle partite delle big, per le quali ha finora giocato a ‘nascondino’, senza più i vincoli economici del bando.

L’inserimento degli spagnoli che hanno tolto la Lega dall’impasse dell’assegnazione non è stata di certo accolta come un cattiva notizia dalle parti di Cologno. Del resto, sono anni che negli uffici di Mediaset brindano ogni volta che si chiude un bando. Ma se l’Autorità Garante per la concorrenza del mercato dovesse nuovamente mescolare le carte, c’è chi è convinto che il pallino di Bogarelli, quel canale della Lega di cui si parla da tempo, vedrebbe la luce in poco tempo. A quel punto servirebbe subito mettere su la struttura. Qualcuno sussurra che andrebbero a bussare alla porta di Mediaset, che avrebbe l’organico di Premium Sport in pancia ma senza più una partita da trasmettere.

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