“Mi è stato chiesto, in modo diretto o indiretto, di candidarmi nel M5s e in Liberi e Uguali. Ho deciso di no, perché sarei un pessimo politico e mi diverto da morire a fare quello che faccio. E poi, a livello caratteriale, sono uno che litiga benissimo con se stesso, figuriamoci se io potessi sopportare le regole dall’alto”. Sono le parole pronunciate a Otto e Mezzo (La7) dal giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, che aggiunge: “In bocca al lupo a Emilio Carelli, ma io sono troppo battitore libero”. Scanzi, impegnato attualmente col tour Renzusconi, lo spettacolo teatrale adattato al suo ultimo libro, dibatte, assieme al giornalista de Il Corriere della Sera, Massimo Franco, sulla candidatura dell’ex direttore di Sky Tg24, Emilio Carelli, nel M5S. Quest’ultimo sottolinea che l’obiettivo indubbio del movimento è quello di vincere le elezioni e di andare al governo. “Forse per la prima volta, da osservatori, ci rendiamo conto che il M5S vuol vincere – osserva Scanzi – Abbiamo sempre detto che, tutto sommato, al M5S conviene stare all’opposizione, però mi sembra che dalle ultime scelte, da certe dichiarazioni, dall’apertura alla società civile si evinca che loro vogliono veramente vincere. Poi, da qui a farcela, ci passa un mondo, però mi sembra che non giochino più di rimessa”. In merito alle salate multe che le nuove regole interne al M5S prevede per i cambia-casacca, il giornalista sottolinea: “E’ indubbio che il problema esista. Questa legislatura ha avuto più di 550 voltagabbana. Noi siamo comunque il Paese degli Scilipoti, dei Razzi, dei Gennaro Migliore, e anche nel M5S ci sono stati casi di persone che da un giorno all’altro sono andate alla Lega o sono diventate renziane. Però la decisione di multare sembra più una manovra elettorale, perché alla fine non si può fare. C’è l’articolo 67 della Costituzione che dice che questa regola non si può applicare, perché il vincolo di mandato non c’è allo stato attuale”. “Io credo che rientri più in una sorta di accordo che viene fatto coi candidati”, risponde Carelli. “E’ una risposta sbagliata a un problema giusto”, commenta Franco

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