Ci sono varie forme “sempre più profonde” di “osmosi tra la criminalità organizzata, la criminalità comune e le frange violente del tifo organizzato”, nelle quali “si annida anche il germe dell’estremismo politico“. La forza di “intimidazione” delle tifoserie ultras all’interno del “territorio – stadio” è spesso “esercitata con modalità che riproducono il metodo mafioso” e inoltre “la condizione di apparente extra-territorialità delle curve” rispetto all’autorità “ha consentito ai gruppi di acquisire e rafforzare il proprio potere nei confronti delle società sportive e dei loro dipendenti o tesserati”. E tra le curve infiltrate dai clan c’è quella della Juventus, dove è presente e comandano persone legate alla ‘ndrangheta. Mentre il presidente della Lazio, Claudio Lotito, una volta intransigente nei confronti del tifo violento, ora mostra un comportamento “ambiguo”.

Daspo più duro e celle negli stadi – È il bilancio della relazione stilata dalla Comitato Mafia e manifestazioni sportive, al termine delle audizioni svolte negli scorsi mesi dalla commissione Antimafia. Per contrastare i fenomeni di violenza e limitare gli interessi della criminalità, il Comitato propone il rafforzamento del Daspo, l’introduzione delle ‘celle’ negli stadi, del reato di bagarinaggio, oltre all’inasprimento delle sanzioni della giustizia sportiva nei casi di combine e di collusioni con la mafia. Le proposte normative avanzate nella relazione hanno l’obiettivo di “rendere tutti i soggetti della filiera sportiva consapevoli del rischio di infiltrazione mafiosa, e quindi attrezzati per fronteggiarlo insieme alle istituzioni”.

Lazio era intransigente, ora meno – “Crea inquietudine – spiega inoltre il Comitato presieduto da Marco Di Lello, deputato del Pd – la presenza di tifosi ultras in tutti i recentissimi casi di manifestazioni politiche estremistiche di destra, a dimostrazione che le curve possono essere ‘palestre’ di delinquenza comune, politica o mafiosa e luoghi di incontro e di scambio criminale”. Un passaggio della relazione è dedicato alla situazione della Lazio, con particolare riferimento all’apertura della curva Sud nella giornata di squalifica della Nord, oltretutto a prezzi simbolici. La posizione di intransigenza tenuta dal club biancoceleste “per molti anni, fin dal momento del subentro nella proprietà” da parte di Claudio Lotito, “risulta indebolita nei confronti dei gruppi ultras dalle recenti decisioni prese in tema di biglietti, almeno dal punto di vista dell’immagine”.

Lotito, comportamento “ambiguo” – La Commissione ricorda quanto accaduto in occasione della partita Lazio-Cagliari dello scorso 22 ottobre, dopo la decisione del giudice sportivo di chiudere la curva Nord per cori razzisti: “Appare infatti incomprensibile e in contrasto con le vicende passate dal presidente Lotito all’inizio della sua presidenza la decisione di mettere in vendita in quell’occasione, al prezzo di un euro, i biglietti della curva sud, settore tradizionalmente riservato ai tifosi della Roma”, rilevano deputati e senatori. Gli ultras “hanno immediatamente approfittato di questa situazione per acquistare tali biglietti e per imbrattare, durante la partita, il settore della curva sud con adesivi razzisti e antisemiti”, che raffiguravano Anna Frank. Secondo la commissione “l’abbassamento del prezzo a un euro è una facilitazione della società ai gruppi ultras, che consente di aggirare la sanzione ad essi comminata e che lascia una sensazione di ambiguità nei rapporti con la stessa tifoseria”.

Inasprire il Daspo, giudizio per direttissima – Per quanto riguarda il provvedimento del Daspo, secondo la commissione sarebbe opportuno intervenire “sia prevedendo termini di efficacia più severi che introducendo l’obbligo e non più la facoltà di imporre al destinatario di presentarsi” in commissariato “nel corso delle manifestazioni sportive”. La Commissione invita inoltre a “valutare l’introduzione anche di misure, come strutture sul modello inglese che consentano di trattenere temporaneamente soggetti in stato di fermo all’interno dello stadio, atte ad agevolare l’azione delle forze dell’ordine, con particolare riferimento all’arresto in flagranza, anche differita, e alla possibilità di procedere al giudizio per direttissima“. Fra le altre proposte avanzate dal Comitato mafia e sport vi l’introduzione del reato di bagarinaggio e l’inasprimento delle sanzioni alle società per i fatti connessi a tale tipo di illecito, “sia esso sportivo o in prospettiva penale”, così come l’inasprimemento delle sanzioni della giustizia sportiva in maniera particolare nel match fixing e in caso di collusioni con la criminalità organizzata di tipo mafioso.

Il contrasto alle combine – Secondo la Commissione “appare urgente prevedere un rafforzamento delle vigenti disposizioni federali che stabiliscono la soglia del 10 per cento del capitale sociale dei club al di sopra della quale è prevista l’acquisizione delle informazioni antimafia”.  Al fine di contrastare il fenomeno delle combine e del match fixing, inoltre, la Commissione propone di “limitare la possibilità di scommettere sul solo risultato finale dell’incontro e, al massimo, su quello del primo tempo”, “vietare le scommesse sulle partite di calcio delle società che militano in campionati dilettantistici” e valutare “l’allineamento della tassazione delle scommesse a quella che colpisce le altre operazioni commerciali”. Non manca, infine, un invito a circoscrivere l’ambito di applicazione del principio della responsabilità oggettiva che “pone in posizione di soggezione le società rispetto alle tifoserie organizzate che la utilizzano come arma di ricatto in cambio di benefit economici”.

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