Una società civilizzata merita toilette pulite e moderne. Per il presidente cinese Xi Jinping quello di dotare il paese di servizi igienici all’altezza dello status di potenza economica raggiunto dal “Paese di mezzo” negli ultimi tre decenni è diventato un imperativo morale. Addio quindi vecchi bagni comuni con un unico canale di scolo, ancora diffusi nei centri rurali e anche nelle grandi città. Nei prossimi tre anni altre 47mila toilette saranno costruite ex novo e altre 17mila rimodellate. Una misura tesa a favorire lo sviluppo del turismo in Cina, dove l’anno scorso si sono recati quasi 59 milioni di visitatori, in percentuali sempre crescenti europei e americani. Ma la “rivoluzione delle toilette” – così è chiamata dagli organi ufficiali – non è solo un contentino ai turisti stranieri. È una politica che rientra nella strategia globale di sviluppo dell’ex Impero celeste nel nuovo millennio. Di più, è un pallino del presidente dal 2015. In quell’anno, il leader cinese aveva sottolineato la necessità di installare nuovi bagni nelle principali località turistiche del Paese di mezzo, dove si verificavano gravi mancanze di “wenmin”, letteralmente civilizzazione, a causa di strutture inadeguate e anche della maleducazione di qualche turista.

Così lo scorso 19 novembre, in occasione del World Toilet Day – la giornata mondiale dei servizi igienici – delle Nazioni Unite, Xi ha rilanciato la propria rivoluzione invitando gli amministratori locali a estendere il miglioramento dalle località turistiche alle zone rurali. Il wc “non è una questione di poco conto” , ha scritto Xi sul Quotidiano del Popolo, l’organo di stampa ufficiale del Partito comunista cinese. “È un fattore importante nella costruzione di città e campagne civilizzate”. “Dobbiamo fare un grande sforzo per risolvere questi problemi che interessano da vicino qualità della vita del popolo”. Il messaggio è stato amplificato da un’iniziativa dell’autorità cinese per il turismo (CNTA): una giornata dedicata allo sviluppo della “consapevolezza circa la rivoluzione dei servizi igienici” a cui hanno partecipato il direttore dell’organizzazione, Li Jinzao, il vicedirettore del Quotidiano del Popolo Lyu Yansong e Kathleen Walsh vicedirettrice della Bill & Melinda Gates Foundation. Con l’occasione Li ha presentato il piano triennale (2018-2020) di ammodernamento dei wc cinesi.

Da quando è salito al potere nel 2012, Xi ha visitato numerose località della Cina rurale, entrando spesso nelle case della popolazione locale ed effettuando vere e proprie ispezioni delle loro abitazioni. Servizi igienici compresi. All’ultimo Congresso nazionale del Partito comunista, tenutosi il mese scorso, Xi aveva evidenziato come la Cina fosse entrata in una nuova fase del proprio sviluppo, in cui è sempre più evidente la contraddizione tra uno sviluppo sbilanciato e inadeguato e le sempre crescenti necessità della popolazione di innalzare i propri standard di vita. Ed è qui che si annida la sfida più importante per il partito da qui ai prossimi cinque anni. Il turismo è infatti il settore dell’economia di Oltre muraglia che più cresce grazie a quei cinesi – appartenenti a quella che si può definire la classe media – che aspirano a un tenore di vita migliore rispetto al passato. Nell’ultimo biennio – dati della CNTA – sono state costruite, ristrutturate o allargate 68mila nuove toilette in tutto il paese, più di circa il 20 per cento rispetto all’obiettivo originario di 57mila. Come sottolineato in un comunicato dell’autorità, la rivoluzione delle toilette è cruciale per favorire lo sviluppo “olistico” del turismo, a partire dai turisti per arrivare a tutte le persone impiegate nel settore.

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