“L’Ibiza è la specialità della casa”. Esordisce così Luca de Meo, l’italianissimo numero uno di Seat, nel presentare la quinta generazione di un’auto che in effetti con quasi cinque milioni e mezzo di esemplari venduti ha segnato la storia degli ultimi trentatrè anni della casa catalana, anche perché è stato il primo prodotto spagnolo da “esportazione” su quattro ruote. E magari avrà pure aiutato il fatto che la capostipite delle Ibiza fu disegnata da un certo Giugiaro.

Quella di Seat, tuttavia, era una storia che non vedeva luce, a livello di profitti, dal 2001. E che proprio nel 2016 ha visto la tendenza invertirsi (risultato operativo di 143 milioni di euro e utile dopo le imposte al lordo degli oneri straordinari di 232 milioni di euro) sotto la guida di De Meo, prima golden boy a fianco di Marchionne in FCA e poi passato ai “nemici” del gruppo Volkswagen, dove dopo vari incarichi nel marketing e in Audi è approdato in Seat proprio per risollevarne le sorti.

Un cambio di rotta che De Meo attribuisce a diverse motivazioni: “appartenere a un gruppo come quello Vw ci ha dato accesso a tutta la tecnologia che ci serviva. Per oltre dieci anni, poi, abbiamo vissuto perennemente a dieta a causa dei nostri problemi economici, dunque siamo diventati giocoforza più efficienti. La svolta, infine, c’è stata nel 2009, quando la produzione dell’Audi Q3 è stata portata a Martorell (lo stabilimento Seat vicino Barcellona, ndr): a quel punto abbiamo alzato drasticamente il livello della qualità“.

Più o meno la stessa che si ritrova in questa nuova Ibiza. Non è un caso che sia toccato proprio a lei, tra tanti marchi e modelli papabili, portare a battesimo la piattaforma modulare MQB A0 (zero) del gruppo Volkswagen, su cui nascerà anche la nuova Polo. Una scelta che ha significato, tra le altre cose, riuscire a ricavare più spazio nell’abitacolo senza sacrificarne la compattezza esterna (è lunga 4,06 metri). E infarcirla di dotazioni tecnologiche che, tra serie e optional, vanno oltre il livello medio di disponibilità per auto di questo segmento.

Se la lunghezza è rimasta quasi invariata, non altrettanto può dirsi della larghezza: nove centimetri in più (1,78 in totale) non sono pochi, e le donano un’impronta ben piantata a terra. Che, unita a linee più scolpite e aerodinamiche, ne accentuano il dinamismo.

Un passo avanti, insomma, rispetto alle forme più tondeggianti della precedente. Che si sente anche al volante: rigidità torsionale incrementata ed assetto a volte fanno dimenticare che alla fine sempre di una citycar si tratta, con un motore 1.0 TSI da 115 cavalli e dalla spinta fluida. Se poi ci si sposta sul top, ovvero il 1.5 TSI quattro cilindri da 150 cavalli, le sensazioni si amplificano e il divertimento pure. Sia che si opti per il cambio manuale a sei marce, impeccabile negli innesti, che per quello automatico DSG: una garanzia, peccato solo non sia disponibile da subito al lancio ufficiale in settembre (ma prima dell’estate l’auto è già ordinabile) e arrivi solo a fine anno.

Come dicevamo, all’interno la tecnologia regna sovrana ma non è invasiva. L’infotainment e la connessione con gli smartphone, ad esempio, si gestiscono facilmente tramite uno schermo touch da 8″ al centro della plancia. Ci sono poi una messe di sistemi di assistenza alla guida: dal Front Assist al cruise control adattivo, dai sensori e telecamera di parcheggio allo stop&go. Ma anche rilevamento della stanchezza del guidatore, frenata automatica di emergenza con riconoscimento dei pedoni e parecchio altro.

Insomma una macchina che non si doveva sbagliare e che, in effetti, i tecnici Seat non hanno sbagliato. Tutto sommato neanche nel posizionamento, visto che i listini partono da 13.800 euro. L’Ibiza viene poi presentata in un periodo cruciale per i destini del marchio spagnolo: dopo la Leon e lo sport utility Ateca ma prima del suo fratellino minore, la Arona, che debutterà a Francoforte dopo l’estate. Un modello, quest’ultimo, legato a doppio filo con la Ibiza, visto che nelle intenzioni dei vertici Seat sostituirà nelle vendite la versione familiare e quella coupé della citycar di Barcellona, che non verranno più realizzate. Il cuore del mercato, lo si sa da tempo, ormai sono i suv.

 

SEAT IBIZA – LA SCHEDA

Il modello: si tratta della quinta generazione della citycar più venduta di casa Seat: cinque milioni e mezzo di esemplari dal 1984 ad oggi

Dimensioni: lunghezza 4,06 metri; larghezza 1,78 metri; altezza 1,44 metri

Motori: al lancio ufficiale in settembre saranno disponibili i seguenti benzina: 1.0 MPI 3 cilindri da 75 Cv; 1.0 TSI 3 cilindri da 95 e 115 Cv. Sempre sul versante benzina da fine anno ci saranno anche un 1.5 4 cilindri TSI da 150 Cv e un 1.0 TGI da 90 Cv benzina/metano. Per quanto riguarda il diesel, più in là arriverà anche un 1.6 TDI nelle varianti di potenza da 80, 90 e 115 Cv

Consumi: i motori benzina disponibili al lancio vanno dai 4,7 ai 4,9 litri per 100 chilometri

Emissioni: i motori benzina disponibili al lancio vanno da 106 a 112 g/km di CO2

Prezzo: a partire da 13.800 euro

Ci piace: l’estetica è gradevole e innovativa, la dinamica di marcia apprezzabile e le dotazioni importanti

Non ci piace: la tradizione ci aveva abituato all’arrivo di varianti familiari e coupé, che invece non ci saranno. Troppo poche le vendite in passato per giustificarne la presenza

 

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