Se vi sentite “malati di porno” c’è la soluzione che fa per voi. Si chiama NoFap Community ed è una comunità online di “recupero” dalla compulsione frenetica dal porno che si consuma sul web. Senza spostarvi da casa, e rimanendo davanti al pc appena usato per la ricerca su Pornhub, potete compiere in un attimo una U-Turn diretta verso la completa astinenza dai video caricati decine di volte con Sasha Grey funambolica protagonista. Nulla di trascendentale. Basta iscriversi al sito NoFap.com, che è poi un forum, per una sorta di seduta modello alcolisti anonimi esclusivamente sul web, e che comporta la visione di video non porno, e perfino un confronto settimanale diretto con alcuni importanti coach del sito. Chiaro: la procedura non è gratuita, anzi di base costa 50 dollari al mese, per chi pensa che trenta giorni siano sufficienti; 40 dollari al mese, per chi vuol rimanere nel forum antiporno per 90 giorni (è l’opzione consigliata dagli amici di NoFap); e 30 per un intero anno solare, lasso di tempo abnorme, ma si sa che le “ricadute” non sono mai uno scherzo. Eppure il processo di “rebooting” pubblicizzato dal team di NoFap sembra funzionare anche solo per le decine di migliaia di utenti, anche tedeschi, brasiliani e cinesi, che da almeno sei anni stanno frequentando la comunità di recupero dalla masturbazione facile. Un numero talmente esagerato che ha spinto gli inventori di questo sito ad allargarsi con una pagina ad hoc su Reddit.

“Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’uso massiccio del porno può cambiare i percorsi neurali del cervello, causare dipendenza, cambiamenti ormonali, e disfunzioni sessuali”, spiegano quelli di NoFap. “Il processo di “rebooting”/riavvio ha lo scopo di ripristinare questi percorsi neurali alle impostazioni originarie del singolo. Sfidiamo i nostri utenti ad astenersi dalla pornografia, dalla masturbazione, o anche dal sesso per tutto il periodo di tempo in cui rimangono con noi. Cerchiamo di far guarire i nostri utenti dalle disfunzioni sessuali porno-indotte, migliorare le loro relazioni di coppia, e infine fargli vivere una vita più appagante”. NoFap Community è stata fondata da Alexander Rhodes nel 2011. Rhodes ha 27 anni, è laureato in biologia, e si è attorniato di altrettanto giovani colleghi come lo sviluppatore Jack Fisher, che paragona il consumo del porno a quello delle sigarette; o il community manager Matthew Plummer che invece ha ottenuto il suo “degree” nell’ambito di materie religiose (Bibbia, Religione e Filosofia) e che ha affermato di essersi imbarcato in NoFap per “guarire la sessualità maschile e femminile, e rendere l’umanità più pacifica e compassionevole”.

Anche per queste credenze “missionarie” il team di NoFap è stato criticato sia da molti medici e scienziati, che hanno ribadito più volte come l’atto della masturbazione sia un gesto naturale e che non porta a nessuna disfunzione o malattia sessuale; sia da normali cittadini non credenti che hanno accusato i NoFap di un certo zelo antisesso e pro astinenza perennemente devoto a Dio. “Non siamo un movimento politico, e nemmeno propagandiamo un credo o un verbo religioso contro la masturbazione. Non abbiamo una posizione morale sull’uso della pornografia, ma pensiamo che esista un sempre più ampio numero di evidenze scientifiche dove si evince che la pornografia può creare dipendenza e danneggiare molti utenti”. Le “prove” del metodo NoFap si trovano, rigorosamente anonime, in una pagina preposta con decine e decine di testimonianze della rinascita. Si va dal signore che si sente “su un altro pianeta” e che grazie alla disintossicazione dal porno ha perfino incontrato una donna con cui sta insieme da tre mesi; fino al racconto di mogli nuovamente felici di aver ritrovato i loro mariti non più schiavo della masturbazione online. Una curiosità: il termine “Fap” deriva dall’intuizione di Rhodes che ha estrapolato il suono dell’atto della masturbazione nei manga.

Articolo Precedente

James Deen, l’attore hard accusato di violenza lancia l’allarme sui bambini e il porno

next
Articolo Successivo

Non chiamatela vagina, tre cose da sapere su com’è fatta la vulva

next