Il 29 marzo Blogmeter ha presentato la ricerca “Italiani e Social media”, condotta intervistando 1500 residenti in Italia, un campione rappresentativo (per sesso, età e area geografica) degli iscritti ad almeno un canale social. L’obiettivo della ricerca non era dare delle stime in termini di volumi sui vari social utilizzati dalla popolazione italiana, ma scoprire perché gli italiani usano i social media e quali sono i loro impieghi nella vita di tutti i giorni: quale rapporto hanno i social media con le relazioni personali, con gli acquisti, con l’informazione? A chi crediamo nel sempre più pesante overload informativo? A chi dedichiamo più tempo?

La prima sorpresa della ricerca ha a che vedere con la percezione di cosa è definibile come social media. “I social non sono quello che gli addetti ai lavori definiscono “social”, ma sono quello che gli utenti definiscono tale. Le persone, infatti, spesso tendono a considerare social media piattaforme come YouTube, WhatsApp, Spotify e Tinder, che ufficialmente non apparterrebbero a questa categoria: questo perché per loro sono funzionali a costruire relazioni e scambio con altre persone, configurandosi come un passatempo“.

La ricerca ha poi approfondito l’utilizzo dei social media da parte degli intervistati, arrivando a identificare due tipologie di social: i social di cittadinanza e i social funzionali. Ci sono social che usiamo tutto il giorno, più volte al giorno e più volte a settimana: questi sono i social di cittadinanza” che contribuiscono a definirci nel nostro agire digitale, di questi Facebook è il maggiore rappresentante, infatti ben l’84% degli intervistati ha dichiarato di utilizzarlo più volte al giorno; gli altri sono YouTube, Instagram e Whatsapp.

Ci sono poi i “social funzionali“, nel senso che soddisfano un bisogno specifico e in questo caso, secondo i risultati dell’analisi di Blogmeter, i principali sono Google Plus, Twitter e Linkedin – rispettivamente con il 40%, il 35% e il 31% degli intervistati che afferma di usarli saltuariamente.

Dalla ricerca emerge poi che gli italiani non hanno remore a disiscriversi dai social. Il social più abbandonato in assoluto è Tinder: ben 3,5 italiani su 10 dichiarano di essersi iscritti e poi cancellati. Seguono Snapchat, con il 25%, Pinterest e Twitter, con il 10%.

In termini di età, i risultati dell’analisi dimostrano che al crescere dell’età decresce il numero di social a cui si è iscritti: nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, la media di social e servizi di messaggistica posseduti è superiore a sette, dopo i 45 anni, invece, scende a tre canali. I giovanissimi – utenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni – dichiarano inoltre di dedicare più tempo a Instagram e YouTube, ma, al crescere dell’età, subentrano Facebook (18-24) e televisione (per gli italiani dai 35 anni in su).

Perché si usano i social? Tra le risposte spiccano curiosità e interesse (ben il 21% degli utenti ha dato questa risposta); il 17% ha dichiarato che lo scopo di utilizzo è legato alla creazione di nuove relazioni personali, mentre il 14% afferma di utilizzarli per svago o piacere. È interessante notare come il 4% degli intervistati ritiene inevitabile iscriversi ai social. Indagando le ragioni dell’utilizzo di un determinato social, Facebook si conferma il principale social network per tutti gli obiettivi. Dopo Facebook, tra gli altri social media, emerge TripAdvisor per leggere recensioni, YouTube per informarsi, mentre per seguire brand e personaggi celebri gli intervistati preferiscono Instragram.

Nell’ultima parte della sua ricerca, Blogmeter ha esplorato il mondo delle celebrities e degli influencer. Se cantanti, giornalisti e scrittori sono i personaggi di cui gli intervistati dichiarano di fidarsi di più, musicisti e Tv personalities risultano i più seguiti (secondo il 33% del campione). Tra le personalità più in voga, spiccano Belen, Vasco Rossi, Gianni Morandi. Tra gli sportivi, Valentino Rossi, Buffon e Del Piero.

Dall’analisi, emerge anche che il rapporto con gli influencer è però molto sfaccettato: se fan-base e credibilità sono aspetti non sempre correlati, età e numero degli influencer seguiti sì. I giovani seguono un numero maggiore di personaggi appartenenti a categorie diverse, mentre invecchiando si diventa più selettivi.

RIVOLUZIONE YOUTUBER

di Andrea Amato e Matteo Maffucci 14€ Acquista
Articolo Precedente

Fatto da Voi, un anno raccontato dai lettori

next
Articolo Successivo

Web e politica, come si costruisce una community online e perché il Pd non riesce a farlo

next