Oltre 12 milioni e mezzo di olandesi sono chiamati alle urne oggi in oltre 100mila seggi per rinnovare la composizione della Camera bassa del Parlamento dei Paesi Bassi. Le urne resteranno aperte fino alle 21, quando inizierà lo scrutinio. Intanto alle 13.45, quando i seggi erano aperti da oltre sei ore, secondo Ipsos l’affluenza si attestava al 33%, dato più alto rispetto alle precedenti elezioni del 2012, quando si era attestata al 27%. Quell’anno l’affluenza finale fu del 74,6%Quello di oggi è un appuntamento politico molto atteso che potrebbe avere conseguenze anche nel resto d’Europa, dal momento che seguirà il primo turno delle presidenziali in Francia il 23 aprile e le votazioni in Germania per eleggere i membri del nuovo Bundestag, il parlamento tedesco, che si terranno il 24 settembre. Mezz’ora dopo la chiusura dei seggi dovrebbero essere diffusi i primi risultati provvisori, anche se il timore di una possibile influenza di hacker sul voto ha spinto il governo olandese a optare per il conteggio manuale, il che ritarderà l’annuncio dell’esito definitivo rispetto ai precedenti appuntamenti elettorali. I risultati sono attesi comunque per la tarda serata.

Gli occhi sono tutti puntati su Geert Wilders, candidato del Partito per la libertà, capo indiscusso dell’estrema destra, che si è recato al seggio in una scuola alla periferia de L’Aia di buon mattino per votare, dove si è presentato sorridente davanti ai numerosi giornalisti. Il leader populista e anti-Islam nell’ultimo faccia a faccia elettorale non ha voluto lasciare niente di intentato, spingendosi a dire che “Maometto era un pedofilo e un signore della guerra”. “L’Islam – ha poi aggiunto il politico di estrema destra – è la più grande minaccia per i Paesi Bassi. E’ in gioco il nostro futuro”. Queste le sue parole dopo lo scontro a distanza tra il governo dell’Aia e il presidente turco Erdogan.

Alle elezioni partecipano 28 partiti politici di vari orientamenti, ma circa 13 otterranno un numero consistente di voti necessari per avere almeno un deputato eletto. Stando ai sondaggi, i partiti più votati saranno il Pvv di Wilders e il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) del premier Mark Rutte, di orientamento conservatore. L’Olanda deve “mostrare al mondo che fermare il populismo è possibile”. Così lo stesso Rutte che nel giorno delle elezioni chiama a raccolta i suoi sostenitori contro il leader islamofobo. “Queste sono le terze consultazioni, dopo la Brexit e le elezioni americane“che hanno visto trionfare Donald Trump, ha dichiarato il premier uscente dopo aver votato in un seggio all’Aja. “Presto – ha aggiunto – ci saranno quelle in Francia e Germania. Questa è una chance per una grande democrazia come l’Olanda di mettere un freno a questa forma distruttiva di populismo”.

Nei sondaggi i partiti che saranno premiati dagli elettori saranno i Democratici 66 (D66, liberali), i Cristiano-democratici (Cda), i verdi di GroenLinks, il Partito del Lavoro (Pvda, formazione di centro-sinistra attualmente nella coalizione di governo con Rutte) e il Partito socialista. Il sistema elettorale olandese, che è un proporzionale puro, richiede solitamente la formazione di una coalizione di governo fra vari partiti ed è raro che il vincitore delle elezioni ottenga un numero di voti sufficiente a governare da solo. Per diversi anni le tornate elettorali olandesi sono state considerate tra le più “noiose” in Europa, con la maggior parte degli elettori abituati a votare sempre per lo stesso partito. Ma oggi sicuramente le cose cambieranno, con spostamenti di voti di una certa consistenza verso il partito xenofobo e nazionalista di Wilders. Tutti i sondaggi prevedono, infatti, buoni risultati per il Pvv, anche se tutti i partiti in corsa si rifiutano di negoziare con lui per la formazione di un eventuale governo di coalizione.

Il Parlamento olandese ha 150 deputati e, per governare, c’è bisogno di un minimo di 76 seggi. L’agenda della campagna elettorale, nelle ultime settimane, è stata dettata proprio da Wilders, che ha approfittato della disputa sorta con la Turchia per cavalcare la retorica anti immigrati, in particolare quelli di religione musulmana. La polemica è scoppiata dopo che sabato 11 marzo le autorità olandesi hanno impedito la partecipazione di due ministri turchi, cioè quello degli Esteri Mevlut Cavusoglu e quella della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya, a un evento politico a Rotterdam dove volevano fare campagna elettorale per il referendum costituzionale turco del 16 aprile. Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha paragonato gli olandesi ai “nazisti” e c’è stata un’escalation dei toni, tanto che il 14 marzo per puntare il dito contro l’Olanda lo stesso Erdogan ha citato il massacro di Srebrenica. Una sorpresa potrebbe arrivare intanto dal candidato verde Jesse Klaver. Definito dai media locali il Justin Trudeau dell’Olanda, nelle ultime settimane ha guadagnato terreno nei sondaggi e il suo partito potrebbe triplicare la sua presenza in Parlamento.

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