Attualità

Non solo ‘Qua la zampa’, i casi di animali maltrattati al cinema: ecco i più eclatanti

C’è un bel da indignarsi per quel povero pastore tedesco che viene spinto a forza dentro un torrente artificiale da un istruttore canino. Ma nel cinema recente per i cani attori loro malgrado c’è stato ben di peggio. E stiamo parlando di cani. I migliori amici dell’uomo. Nonostante i grandi progressi legati al proliferare di numerose associazioni animaliste per proteggere ignare bestiole vittime di sceneggiature troppo cruente e soprattutto necessariamente realistiche, maltrattamenti e uccisioni di animali su grande schermo sembrano continuare

di Davide Turrini

Fin lì, soprattutto con la libertà formale post ’68 in tanti si erano scatenati. Ruggero Deodato in quello che rimane oltremodo un capolavoro di quei decenni, Cannibal Holocaust (1980), in pieno clima cannibale di un film finto snuff, fa però sventrare dai suoi quattro attori protagonisti un’enorme tartaruga, decapitare una scimmietta, e sparare da mezzo metro da un giovane Luca Barbareschi contro un povero maialino d’acqua. In nome del cinema d’autore va segnalato che anche Tarkovsky in Andrei Rubilev si era sbizzarrito in efferatezze tra volatili uccisi, muli torturati, un cavallo gettato giù per una scalinata di legno, e infine una mucca bruciata viva. La topica del “bue” ucciso per esigenze di copione è qualcosa di spaventosamente ricorrente, un rito cinematografico di passaggio tra il buon senso e l’inutile iperrealismo. In Apocalypse Now il montaggio analogico della morte di Brando prevede l’uccisione verissima con dei machete di un bel bue (c’è perfino il ralenti per chi se lo fosse perso a velocità normale; Giuseppe Tornatore “sacrifica” con un punteruolo in mezzo alla fronte un toro in Baaria (2009) giustificandosi di fronte alle numerose proteste col fatto che aveva bisogno di realismo e che avrebbe girato quella scena in un vero mattatoio dove i buoi vengono uccisi tutti i giorni; o ancora Pedro Almodovar per una sola scena di Parla con lei (2002) fa uccidere ben sei tori (il fratello produttore Agustin: “Tutti i permessi sono in regola”). Ecco allora che la vicenda del nostro povero pastore tedesco che ancora bestemmia per essere stato spinto nelle fredde e agitate acque di Qua la zampa! si ridimensiona un po’, magari dopo averlo asciugato e donato una scatola di croccantini, di fronte alle mattanze compiute in nome del dio cinema.

Non solo ‘Qua la zampa’, i casi di animali maltrattati al cinema: ecco i più eclatanti - 3/3
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.