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Non solo ‘Qua la zampa’, i casi di animali maltrattati al cinema: ecco i più eclatanti

C’è un bel da indignarsi per quel povero pastore tedesco che viene spinto a forza dentro un torrente artificiale da un istruttore canino. Ma nel cinema recente per i cani attori loro malgrado c’è stato ben di peggio. E stiamo parlando di cani. I migliori amici dell’uomo. Nonostante i grandi progressi legati al proliferare di numerose associazioni animaliste per proteggere ignare bestiole vittime di sceneggiature troppo cruente e soprattutto necessariamente realistiche, maltrattamenti e uccisioni di animali su grande schermo sembrano continuare

di Davide Turrini

Inutile proseguire. E stiamo parlando di cani. I migliori amici dell’uomo. Nonostante i grandi progressi legati al proliferare di numerose associazioni animaliste per proteggere ignare bestiole vittime di sceneggiature troppo cruente e soprattutto necessariamente realistiche, maltrattamenti e uccisioni di animali su grande schermo sembrano continuare. Non parliamo della mattanza dei delfini documentata clandestinamente in The Cove (2009) con il fine di sensibilizzare lo spettatore verso una strage giapponese consentita alla luce del sole da secoli, ma di tutto quel filone perennemente aggiornato di animali torturati e ammazzati perché così è deciso artificiosamente sullo script. Si sa che fin dal 1939, quando nel film Jesse James di Henry King, Tyrone Power viene spinto giù da un dirupo assieme al cavallo, inizia ufficialmente l’attività dell’American Humane Association sotto l’egida del sindacato degli attori Usa. Tanti buoni propositi ed effetti dissuasivi, almeno nelle produzioni su suolo statunitense, ma diversi scandali e sviste. Si legga la recente vicenda della funzionaria che “non vede” i maltrattamenti sulla tigre protagonista del film sul set de La vita di Pi (2012) per poi rivelare in una mail di aver apposto mentendo la dicitura ufficiale “nessun animale è stato maltrattato per realizzare questo film”. I cento cavalli azzoppati del primo Ben Hur (1925, regia di Fred Niblo), gli altri duecento equini feriti e uccisi durante La carica dei seicento (1936) dalle imprese di Errol Flynn, o le decine e decine di lemming spinti a suicidarsi giù per una scarpata in White Wilderness (1958) un antesignano dei mondo movie targato Disney, sono ancora fuori “giurisdizione” temporale dell’AHA. Ma quando Sam Peckinpah in Pat Garrett e Billy the kid (1972) dà il ciak ai due protagonisti per il tiro a segno che provoca lo sbrindellarsi istantaneo di alcune galline, qualcuno degli ispettori AHA anche solo formalmente avrebbe dovuto intervenire. Niente da fare anche per Michael Cimino che con I cancelli del cielo (1980) oltre a far andare in rovina la United Artists, mette in scena una vera mattanza di cavalli, galli che combattono tra di loro fino ad uccidersi, animali scuoiati e macellati en plen air, rifiutando deliberatamente il funzionario dell’AHA sul set.

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