Televisione

Una poltrona per due, persino il Babbo Natale ubriaco e zozzo di Dan Aykroyd alla dodicesima volta stanca

Puntuale come il Natale, per l'ennesima volta di fila, il film cult del 1983 verrà trasmesso su Italia 1 la sera della vigilia. E’ dal 2005 che la pellicola diretta da John Landis viene programmata sulle reti Mediaset il 24 di dicembre. Si tratta certamente di un’opera comica di notevole spessore, ma repetita iuvant?

di Davide Turrini

Repetita iuvant. Ma alla lunga stanca. Una poltrona per due verrà trasmesso la vigilia di Natale per la dodicesima volta consecutiva. E’ dal 2005 che il film diretto da John Landis, e interpretato da Dan Aykroyd ed Eddie Murphy, viene programmato sulle reti Mediaset il 24 di dicembre. Quest’anno andrà in onda alle 21.30 su Italia 1. Un film datato 1983 replicato all’infinito fin dal 1997 che, quando non ha trovato spazio il 24 dicembre, è stato comunque programmato il 25 o il 26, o anche il 23, per un totale generale di diciotto anni di poltrone per due.

Certo, la storia del film di Landis si sviluppa a cavallo dei giorni di Natale, e c’è pure una sequenza con Aykroyd travestito da Babbo Natale ubriaco e zozzo che si mangia un salmone crudo sul bus e funge da involontario palo per la pipì di un cane, ma non è proprio il classico titolo da atmosfera natalizia tanto che negli Stati Uniti uscì in piena estate del 1983.

La trama vede due ricchi finanzieri wasp, i fratelli taccagni Randolph e Mortimer Duke di Filadelfia, fare una scommessa con in palio (sic!) un dollaro: è l’ambiente in cui si vive a modificare l’uomo, o l’uomo è predisposto geneticamente a delinquere o a ottenere successo nella vita? Caso vuole che il loro delfino Louis Winthorpe III (Aykroyd), promesso sposo della loro nipote Penelope, si scontri fortuitamente in strada con Billy Ray Valentine (Murphy), un mendicante che si finge cieco. La fuga involontaria di Billy Ray con la valigetta di Louis zeppa di stipendi dei dipendenti Duke, dentro al circolo aristocratico frequentato dai ricchi di Filadelfia, è il pretesto per far scattare il diabolico piano dei due avari vegliardi: far sprofondare Louis nei bassifondi della miseria, e concedere tutti gli agi da ricco a Billy Ray. Winthorpe spogliato di ogni avere, se non dell’aiuto della prostituta Ophelia (Jamie Lee Curtis), finisce per tentare il suicidio. Mentre Billy Ray diventato un damerino con abiti firmati si trasforma in un mago dell’alta finanza. Fino a quando il piano dei Duke viene scoperto e le due “vittime” si uniscono per far andare i due riccastri sul lastrico.

Non è poi così difficile comprendere perché questo film abbia un seguito tanto spasmodico nel nostro paese, fin da aprire una pagina Facebook intitolata “La Vigilia di Natale con “Una poltrona per due” su Italia1” dove ci si scambiano battute del film e auguri di Buon Natale. Il film di John Landis è sì un’opera comica di notevole spessore con Aykroyd e Murphy all’apice del successo, con la performance beffarda e luciferina dei due grandi vecchi di Hollywood (Don Ameche e Ralph Bellamy), come il perfetto apporto del dimesso maggiordomo Denholm Elliott (quello che getta la prelibata crepe concessagli dal signor Winthorpe nella spazzatura). Ma possiede anche un sottotesto dell’opera di Landis più inconscio, quasi monicelliano, dove si sottolinea fin dall’inizio questo contrasto classista tra poveri e ricchi, tra bianchi e neri che, grazie agli artigli graffianti della commedia, sobilla in continuazione una sacrosanta ribellione antiestablishment parecchio identificativa a livello di massa.

Il misero fuoribusta natalizio dei Duke (5 dollari) al maggiordomo nero, che ribatte con un “grazie” e un “fuck you” sottovoce; la gag del nero Billy Ray agguantato dai poliziotti dentro al circolo bene che dice “Voglio il mio avvocato, c’è un avvocato qui in sala?”, e l’inquadratura successiva mostra l’indifferenza della pletora di avvocati bianchi presenti, sono due esempi sì di una riuscita comicità che però conserva in filigrana tutto il desiderio di vendetta sociale che si consumerà, qui sì forse con scivolate demenziali pur sempre in puro e spassoso stile Landis, nella seconda parte del film. Del resto la battuta clou tra i due Duke, tipica del finto perbenismo progressista statunitense sui neri fa così: Randolph dice “Billy Ray è il prodotto di un ambiente sottosviluppato, non ha assolutamente niente che non va”, e Mortimer risponde:“Cosa c’è che non va? Ma è un negro”.

Ad ogni modo Una poltrona per due incassò alla sua uscita in sala 90milioni di dollari (738esimo titolo al box office Usa), ed ha registrato nei suoi recenti passaggi tv italiani un buon milione e 845 mila spettatori con il 10.23% di share nel 2014; mentre nel 2013 ha fatto 2 milioni e 354 mila (con 11.87% di share). Un successo televisivo che può accodarsi ad uno di quei titoli cult ripetuti in prima serata tra gli anni ottanta e il primo decennio del duemila come la saga di Trinità con Bud Spencer e Terence Hill. E come per il duo comico italiano arriva anche un momento in cui alle repliche si dà un freno. Una poltrona per due è si divertente ma alla dodicesima volta, dopo tutto il cenone della Vigilia, risulta un filo pesante da digerire.

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