regaloSe c’è un film davvero curato e ispirato di Pupi Avati è Regalo di Natale. La partita di poker al tavolo tra amici sotto le palline rosse e gialle dell’albero è una trappola per lasciare al verde Franco (Abatantuono), gestore di un cinema di Milano, il più “realizzato” dei quattro. L’ambiguo avvocato Santella (Carlo Delle Piane) è l’ospite da spennare che finirà per abbattere Franco. Atmosfera lugubre come in ogni dramma avatiano, interno villa sui colli bolognesi, un balletto di regia che mai (davvero mai) in un film di Avati aveva mostrato così tanta cura nella scelta di un angolazione del punto macchina (la varietà delle riprese sul tavolo verde è da Oscar) e di una densa ricomposizione del racconto attraverso il palpitare dei caratteri. Più gli Avati erano noir, horror, realmente cattivi nelle intenzioni, più sapevano fare cinema. E così tanta cattiveria tra “amici” sotto l’albero di natale nel cinema italiano non si era mai vista. Abatantuono al primo ruolo drammatico appena dopo aver dismesso i panni di Attila Flagello di Dio.

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